lunedì 22 dicembre 2014

Nuova petizione CitizenGo al Ministro dell'Istruzione

Su indicazione di Claudio, abbiamo fatto confluire la "nostra" petizione, in questa nuova, potete aderire qui

http://ilgender.blogspot.it/p/petizione-citizengo-al-ministro.html

Ecco il comunicato ricevuto in proposito da Flavia

AI GENITORI DI BAMBINI E RAGAZZI IN ETA' SCOLASTICA

IMPORTANTE INIZIATIVA DI ASSOCIAZIONI PRO-FAMILY 
ProVita Onlus, l’Associazione Italiana Genitori (AGe), l’Associazioni Genitori delle Scuole Cattoliche (AGeSC) e Giuristi per la Vita, presentano questa petizione propositiva al Ministro dell’Istruzione, nonché al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio, affinché i nostri figli possano trovare nella scuola, non ideologie destabilizzanti come l’ideologia gender, ma progetti, corsi e strategie educative che permettano uno sviluppo sano della loro personalità, in armonia con la famiglia e con le istanze etiche, rispettosi di tutti ed in primis della natura umana.
 
Sempre più diffusa è la consapevolezza che ci troviamo di fronte ad una vera e propriaemergenza educativa, in particolare per quanto riguarda le tematiche dell’affettività e della sessualità. Molti hanno già reagito contro la subdola introduzione della teoria del gender nelle scuole di ogni ordine e grado (fin dagli asili nido). Tuttavia, anche quando non si arriva a questo punto, in molti casi l’educazione sessuale è priva di riferimenti morali, discrimina la famiglia, e mira ad una sessualizzazione precoce dei ragazzi.
 
Attualmente i progetti educativi in questo ambito vengono spesso presentati richiamando l’esigenza di “lottare contro la discriminazione. L’intento in sé potrebbe essere lodevole se ciò significasse educare gli studenti a rispettare ogni persona e a non rendere nessuno, a causa delle proprie condizioni personali (disabilità, obesità, razza, religione, tendenze affettive, ecc.), oggetto di bullismo, violenze, insulti e discriminazioni ingiuste. In realtà il concetto generico di “non discriminazione” nasconde molto spesso:la negazione della naturale differenza sessuale e la sua riduzione ad un fenomeno culturale che si presume obsoleto; la libertà di identificarsi in qualsiasi “genere”indipendentemente dal proprio sesso biologico; l’equiparazione di ogni forma di unionee di “famiglia”; la giustificazione e normalizzazione di quasi ogni comportamento sessuale. Tutto ciò, anche in altri paesi dove simili strategie educative sono da tempo applicate, come in Inghilterra e Australia, ha già causato una sessualizzazione precoce della gioventù che ha portato ad un aumento degli abusi sessuali (anche tra giovani), alla dipendenza dalla pornografia, all’attività sessuale prematura con connesso aumento di gravidanze e aborti già nella prima adolescenza, e all’aumento della pedofilia.
 
 
Inoltre i suddetti progetti educativi, e persino la “strategia nazionale” dell’UNAR, vengono sovente redatti con la collaborazione esclusiva di associazioni LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali) senza l’adeguato coinvolgimento di associazioni ed enti rappresentativi dei genitori, e quindi, sia per le modalità che per i contenuti, sono elaborati e diffusi in violazione dell’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (“I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”); dell’art. 2 del Protocollo addizionale alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo (“Lo Stato … deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere a tale educazione e a tale insegnamento secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche”); dell’art. 30 della Costituzione italiana (“E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio”);  e dell’art. 14 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’UNICEF (“Gli Stati parte rispettano il diritto e il dovere dei genitori oppure, se del caso, dei tutori legali, di guidare il fanciullo nell’esercizio della libertà di pensiero, di coscienza e di religione”).
 
 
Per questi motivi con la presente petizione chiediamo al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, non solo, come già chiesto sia dalla nostra che da altre associazioni, di disapplicare la “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” e di impedire la diffusione di ogni progetto educativo che ad essa si ispiri, ma soprattutto di emanare precise direttive affinché tutti i progetti, corsi, strategie educative, si conformino ad alcune linee guida, prevedendo, in particolare:
·         
·        Che venga rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario ai sensi dell’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dei decreti che riconoscono le scelte educative dei genitori (artt. 1.2, 3.3 e 4.1 del DPR 275/99, art. 3 del DPR 235/97, artt. 2.3, 2.6 e 3 del DPR235/2007 e il Prot. AOODGOS n. 3214 del 22.11.2012). Ogni “strategia” educativa, specie se di rilievo nazionale, dovrebbe rispettare sia nelle sue modalità di elaborazione e diffusione (coinvolgendo prevalentemente enti rappresentativi dei genitori e delle famiglie) che nei contenuti, questo diritto fondamentale. Similmente, i progetti sull’affettività e la sessualità da attuare nelle scuole dovrebbero coinvolgere le famiglie nell’opera di educazione e rendere i propri contenuti trasparenti ad esse, evitando il contrasto con le “convinzioni religiose e filosofiche” dei genitori. L’azione educativa della scuola in questo ambito deve essere informata a due principi: il principio di sussidiarietà (il diritto-dovere dei genitori di educare è insostituibile e va sostenuto dallo Stato) e il principio di subordinazione (l’intervento della scuola deve essere soggetto al controllo da parte dei genitori).
·         
·        Che sia oggetto di spiegazione e di studio la ragione per la quale la nostra Costituzione, all’art.29, privilegi la “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, della quale “riconosce” gli speciali diritti, diversamente da ogni altro tipo di unione.
·         
·        Che si educhi a riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica e sociale che ne consegue. In questo modo gli studenti impareranno anche che la madre e il padre, nella famiglia, ancor più che nel mondo del lavoro o in altri contesti, apportano la loro propria ed insostituibile ricchezza specifica.
·         
·        Che si educhi al rispetto del corpo altrui ed al rispetto dei tempi della propria maturazione sessuale ed affettiva. Questo implica che si tenga conto delle specificità neurofisiologiche e psicologiche dei ragazzi e delle ragazze in modo da accompagnarli nella loro crescita in maniera sana e responsabile, prevedendo corsi di educazione all’affettività e alla sessualità, concordati con i genitori.
·         
·        Che si porti a riconoscere che l’attività sessuale non si riduce alla dimensione del piacere, ma che comporta delle conseguenze gravi e dei doveri importanti.  A questo proposito si potranno mostrare utilmente i risultati delle indagini sociologiche secondo le quali ritardare l’attività sessuale e ridurre il numero di partner aumenta le possibilità di intrattenere relazioni stabili nel futuro e riduce i problemi psicologici (come la depressione), specialmente nelle ragazze.
 
Firma subito anche tu la petizione, e unisci la tua voce a quella delle associazioniProVita Onlus, AGe, AGeSC e Giuristi per la Vitaaffinché il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca accolgano la nostra proposta educativa e garantiscano che nelle scuole i nostri figli possano trovare, non ideologie pericolose, ma la via verso uno sviluppo sano della loro personalità, in armonia con la famiglia e con le istanze etiche.

lunedì 15 dicembre 2014

Petizione CitizenGo al Ministro dell'Istruzione

Molto comodo, come per tutte le petizioni CitizenGo, inserendo brevemente i propri dati, parte automaticamente un messaggio al Ministro dell'Istruzione

http://www.citizengo.org/it/14837-una-sana-educazione-alla-sessualita

Attualmente il tentativo di fermare questa deriva ideologica nella scuola italiana si sta muovendo su vari fronti (vedere collegamenti nella barra in alto), tra le quali:
  • altre petizioni di protesta al MIUR
  • richieste di consenso informato per chiedere ai presidi di essere informati circa sulle attività didattiche dei propri figli (lettere ai presidi)
  • Twitter: @comitatoart26, @SOSRagazzi, @NoGenderCentral, @nogender_it
La petizione precedentemente annunciata, creata dal nostro membro Claudio e ora disattivata

è confluita nella succitata

domenica 14 dicembre 2014

Articolo La nuova Bussola Quotidiana: Prof. Avv. Tommaso Scandroglio, Genitori attenti, il gender diventa obbligo scolastico

Leggi l'articolo sul sito de La nuova Bussola Quotidiana sul DDL Fedeli al Senato: Insegnamento dell'educazione di genere nelle scuole. Intervento dell'
on. Fedeli ad Arezzo

Video La famiglia oggi secondo Rai3/Fazio/Gramellini

Che fuori tempo che fa Rai3: Intervento inopportuno di Massimo Gramellini sulla famiglia
https://vid.me/v1ci

Grazie a Pietro che l'ha segnalato, riporto qui il link del video, per chi non lo avesse visto, dell'intervento incredibile e allucinante di Massimo Gramellini sulla famiglia a che fuori tempo che fa Rai3, di sabato scorso, festa di S.Lucia!

- Roberto B.

sabato 13 dicembre 2014

Provocazione: introduciamo un progetto (pof) nelle scuole su pedofilia, zoofilia, prostituzione...

Un falso progetto formalmente corretto come il seguente, da presentare ufficialmente, potrebbe essere utilizzato per stimolare una riflessione presso i componenti degli organi preposti nelle scuole e dimostrare quali gravi insidie si nascondano dietro formule che spingono verso la modernità e il progressismo.

FACSIMILE DI POF (*)

attenzione a presentarlo sul serio poiché rischierebbe di essere approvato

Premessa

Perché nascondere a* bambin* che saranno gli/le adult* di domani realtà che hanno sempre popolato la cronaca?

Motivazioni 

Lo scopo del progetto è quello di educare al rispetto e alla naturale diffusione della pedofilia, della zoofilia e della prostituzione, che essendo insiti nella natura dell'uomo, della donna, di L, B, G, T ecc., sono comportamenti naturali e quindi da tutelare e consolidare.

Ricadute

I/le/* cittadin* di domani, se proprio non vogliono scegliere fin da subito di aderire a una o più di queste pratiche, potranno imparare a onorare i/le/* propr* simil* che hanno la fortuna di farne parte.

Contenuti e articolazione

Partiamo dalle origine storiche, sulle pratiche in Grecia e poi come non parlare del cosiddetto mestiere più antico del mondo.

Il progetto prevede resoconti di esperienze personali con esperti dall'esterno e laboratori in classe.

Il coinvolgimento di genitor* attivi nei campi oggetto dell'insegnamento è incoraggiato, per favorire la diffusione delle pratiche nelle diverse famiglie.

* pover* genitor* 1, 2, 3 ecc. che non hanno avuto la fortuna di ricevere questi moderni insegnamenti quando frequentavano le scuole, potranno finalmente aggiornarsi.

Risultati

I/le/* bambin* potranno preparare dei cartelloni con materiale grafico e fotografico autoprodotto con l'aiuto di genitor*, insegnant* ed espert* dall'esterno, ricercando le situazioni più originali.

I migliori elaborati saranno esposti sulla stampa e in un noto centro commerciale, per mostrare alle scuole retrograde che la nostra è molto più avanti.

Conclusione

Confidiamo nell'approvazione del nostro progetto da parte degli organi collegiali, perché finalmente il nostro paese si possa allineare, anzi possa superare, diventando il primo della classe tra quelli più aperti e moderni.

(*) Esempio di POF da riorganizzare per avere una forma più realistica.

lunedì 8 dicembre 2014

Rapporto sulle abitudini sessuali in una università top USA

Riflessioni di un docente universitario italiano su un documento che analizza i costumi sessuali in una università nordamericana, che mostra concreta apertura di vedute e modernità, in contrapposizione ad un libertismo e modernismo di forma.
Rappresenta un esempio di reale e totale rispetto dei generi in ambito scolastico e mostra come sia possibile evitare il rischio di ferire le sensibilità senza ricorrere alla diffusione e applicazione di ideologie, come ad esempio quella gender.

Il caso descritto relativo al MIT potrebbe essere portato a modello anche nelle scuole italiane (superiori) e università, oltre che in qualsiasi ambito lavorativo.

Libro: Educare al femminile e al maschile

di T. Cantelmi e M. Scicchitano, edizioni Paoline

affronta con tesi scientifiche  e sociologiche, esposte in modo accessibile e divulgativo, gli argomenti:

·        Cosa è femminile, cosa maschile?

·        Cosa è innato e cosa viene dall’ambiente nell’essere maschio e femmina?

·        Essere diversi vuol dire essere anche diseguali?

·        Quale approccio educativo, per il rispetto di mascolinità e femminilità, comprese alla luce dei dati scientifici e non ideologici?

Video: Il paradosso norvegese

Video molto utile e ben fatto che, con una intelligenza acutissima ha messo in ginocchio le pretese di scientificità della teoria sociologica-psicologica del gender. Il video, della durata di circa 30 min., viene proiettato durante gli incontri-dibattito Contro i falsi miti di progresso, un'iniziativa nata spontaneamente dal "basso" da Mario Adinolfi, Maurizio Botta, Costanza Miriano e Marco Scicchitano

http://costanzamiriano.com/2014/05/30/il-paradosso-norvegese/

Petizione SOS Ragazzi: scrivi al Ministro Giannini

http://www.sosragazzi.net/petizione-giannini/

giovedì 4 dicembre 2014

sabato 4 ottobre 2014

Convegno resoconto: La famiglia, nuova periferia esistenziale?

La famiglia, nuova periferia esistenziale?
La comunità cristiana di fronte alle sfide della Gendercrazia




Il convegno “La famiglia, nuova periferia esistenziale?” non è un'iniziativa isolata, ma una tappa all'interno di un percorso. Alcuni anni or sono si avvertì nella Diocesi di Brescia la necessità di prestare maggiore attenzione al mondo delle persone che vivono pulsioni omosessuali. Il punto di partenza era chiedersi cosa può fare la Chiesa per accogliere queste persone, per andare loro incontro. Sembrava importante, per sfuggire al pericolo di una certa indifferenza verso i fratelli e sorelle che sperimentano attrazioni verso persone dello stesso sesso, impegnarci in un approfondimento sia a livello di comprensione del fenomeno sia a livello di conoscenza di cosa era già attivo (almeno in ambito lombardo) in fatto di proposte pastorali. Ci siamo così resi conto che ci sono molti gruppi e iniziative, nella realtà ecclesiale lombarda, impegnati in questo ambito, e che svolgevano un'azione pastorale molto variegata, tanto da apparire a volte persino contrapposta. Abbiamo perciò dovuto interrogarci su quali offrivano vera accoglienza, ossia un'accoglienza evangelica, che sapesse coniugare amore e verità, nella certezza che non si aiuta veramente una persona se non sostenendola nel suo cammino per fare verità sulla propria situazione, con amore.
Camminando insieme ad alcuni amici che sono elencati tra i promotori del convegno, abbiamo via via acquisito consapevolezza che si stava verificando un profondo cambiamento nella comprensione non più soltanto del fenomeno omosessuale, bensì – più ampiamente – della concezione di uomo, donna e delle relazioni fra di loro: ci siamo imbattuti nel pensiero gender. Ci siamo accorti, cioè, della sempre maggiore diffusione di un certo modo di guardare alla persona umana fondato sul presupposto che l'autopercezione psicologica di essere uomo o donna ed i ruoli sociali connotati al maschile ed al femminile non dipendono e non hanno legame con il dato biologico che ci fa nascere maschi o femmine. Nel corso degli anni abbiamo perciò dato vita ad una serie di convegni con l'intenzione di sensibilizzare gli operatori della pastorale e di favorire una presa di consapevolezza dei mutamenti in atto, fino ad arrivare al convegno del 4 ottobre 2014.
Eravamo partiti con l'idea di aiutare le persone con orientamento omosessuale e toglierle dalla marginalità nella quale si trovavano; oggi ci interroghiamo se non stia accadendo che la famiglia naturale stia diventando l'elemento negletto, marginalizzato, una periferia esistenziale, sottoposta ad uno stress culturale, mediatico e legislativo mirato a modificare il modo di concepire l'uomo e la donna. Sta cambiando l'antropologia. Questo rischia, come è stato ricordato anche dal Comunicato del Consiglio permanente della CEI del settembre 2014, di far sì che oggi la famiglia sia trascurata, indebolita, non più sostenuta. E questo ci interroga profondamente a partire dalla consapevolezza che la dottrina cattolica ha che la famiglia è la cellula fondamentale della società. Se è in pericolo la famiglia è in pericolo la società e quindi il futuro.

Il convegno del 4 ottobre 2014 si è mosso in due direzioni:
1. Illustrare come sia avvenuta la trasformazione; come sia montata l'ondata di prese di posizione da parte di Istituzioni internazionali, nei mass media e in molte élite intellettuali che hanno cambiato così profondamente il nostro modo di percepire la realtà umana da farci sembrare oggi naturali espressioni che fino a poco tempo fa neppure conoscevamo. Un esempio evidente è nel termine di nuovo conio “omogenitorialità”. “Genitore” è colui che genera. È ben difficile che due uomini (o due donne), unendosi carnalmente, diventino genitori; si tratta evidentemente di una costruzione sociale. Eppure la sentiamo così frequentemente che ci è divenuta familiare.
Abbiamo chiesto a Marguerite Peeters, giornalista e scrittrice (è appena stato pubblicato da San Paolo Il gender. Una questione politica e culturale) che ha monitorato gli sviluppi semantici, politici, culturali ed etici a livello della governance mondiale dal 1994, di tracciare la storia di questo cambiamento e di chiarire il ruolo cruciale giocato dall'uso, o meglio, dalla manipolazione del linguaggio. Dai suoi interventi è emerso chiaramente come siamo di fronte ad un percorso culturale e politico esplicito, condivisibile o meno, ma un percorso culturale a tutti gli effetti. Non siamo davanti a un oscuro complotto tramato nascostamente da circoli segreti, bensì a un percorso che risulta leggibile attraverso documenti ufficiali in cui le finalità del cambiamento in atto sono esplicitamente dichiarate. Tale percorso culturale e politico si è caratterizzato per la sua capacità di attribuire un maggiore potere a piccole élite considerate civilizzanti e progressiste a scapito dell'indebolimento del peso della rappresentanza democratica, considerata conservatrice ed invischiata in pregiudizi culturali che andrebbero debellati. La guida di questa trasformazione globale è, infatti, nelle mani di potenti minoranze attive (una gendercrazia) che agiscono attraverso l'imposizione dall'alto di nuovi valori e di una “nuova etica”. Una imposizione operata attraverso Istituzioni sovranazionali a basso o nullo controllo democratico. Questo non ci porta a misconoscere che vi siano anche esigenze dal basso, di persone che non appartengono a quelle élite e che hanno motivi per spingere a favore della battaglia culturale gender, ma è chiaro che questi imponenti traghettamenti culturali non potrebbero avvenire, non avrebbero forza sufficiente per imporsi, se non perché alcune potenti lobby sono riuscite a controllare alcune Istituzioni dalle quali vengono calate decisioni che poi si traducono in norme sempre più stringenti.
Il messaggio del card. Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, ci ha consentito di leggere il fenomeno da una prospettiva diversa, quella cioè dei Paesi africani che sono attualmente investiti da pressioni culturali fortissime affinché recepiscano gli stravolgimenti del gender; pressioni così costringenti, da configurarsi come autentica forma di neocolonialismo dell'Occidente, di cui fa le spese la cultura africana. A conclusione della mattinata la video-intervista a John Colapinto (giornalista autore di Bruce, Brenda e David, San Paolo) ci ha indotti a riflettere su come la scienza, frequentemente invocata a garanzia di oggettività, sia essa stessa passibile di nefaste manipolazioni quando viene asservita ad una ideologia.

2. Dopo l'approfondita ricostruzione storica del percorso che ci ha portato alla situazione attuale, il pomeriggio è ripreso con una analisi di come le leggi abbiano influito e influiscano sul cambiamento culturale. La legge non ha infatti solo un ruolo regolativo, ma anche pedagogico, di cultura. Per questa ragione abbiamo chiesto all'avv. Giancarlo Cerrelli, cassazionista e canonista, vice Presidente nazionale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, di parlarci della manipolazione del diritto, con uno sguardo alla situazione italiana, ma anche ponendo attenzione al contesto nel quale ci troviamo inseriti, illustrando le prese di posizione di alcune Istituzioni europee ed organismi internazionali e le conseguenze che ne sono derivate.
Poiché inoltre si moltiplicano i dibattiti - ma esistono anche proposte legislative in merito - in cui sempre più spesso si sente ripetere che non farebbe nessuna differenza per un bambino crescere nel contesto di una coppia omosessuale, ci siamo chiesti su quali basi si affermi oggi, con tanta facilità, che è indifferente crescere in una famiglia naturale o in una “omogenitoriale”.
Per quanto nessuno di noi sia cresciuto in una famiglia perfetta, è evidentemente diverso trovarsi a crescere in una famiglia in difficoltà per eventi fortuiti o pianificare prima, per legge, che si nasca e cresca in una situazione difettosa. Dopo avere dato voce a esperienze di vita concrete - Oscar Robert Lopez (che è cresciuto all'interno di una coppia lesbica) e Dawn Stefanowicz (cresciuta con un padre omosessuale) - abbiamo voluto cercare di capire cosa ci dicono le ricerche scientifiche al di là dei facili slogan. Lo abbiamo fatto con una duplice chiave di lettura. Anzitutto abbiamo dato voce alle acquisizioni recenti delle neuroscienze, grazie alla brillante sintesi propostaci dal prof. Massimo Gandolfini. Il quadro offerto ci ha aiutati a cogliere come sia semplicistico parlare di “dato biologico” e “fattori ambientali” come elementi separati e contrapposti, e come invece la nostra realtà sia più complessa. Il progresso delle neuroscienze sta dimostrando come l'ambiente influisca sulla strutturazione stessa del nostro cervello e viceversa, in un rapporto di continuo interscambio. Questa grande complessità, che appena cominciamo a cogliere, ma sulla quale ancora molto resta da scoprire, suggerisce quanto meno grande prudenza prima di affermare una presunta indifferenza tra il crescere con un papà ed una mamma o in mancanza di una di queste figure. Infine, abbiamo chiesto al dott. Roberto Marchesini una rassegna critica della letteratura psicologica dedicata alla “omoparentalità” ed ai suoi effetti sul processo di crescita del bambino. I media ribadiscono in continuazione che la letteratura dimostra non vi siano danni a carico dei bambini cresciuti in coppie omoparentali. Questa affermazione apodittica, ripetuta orma da anni, anche attraverso l'autorevolezza degli ordini professionali, ci ha indotti a riservare uno spazio per comprendere cosa davvero dicono queste ricerche.
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Per molteplici ragioni non ci è stato possibile realizzare veri e propri Atti. Vi offriamo perciò in mail successive le sintesi (nostre, non degli autori) degli interventi di Peeters, Cerrelli e Gandolfini, l'articolo del dott. Marchesini sullo stesso argomento affrontato nel convegno, il messaggio del card. Sarah, i testi delle videotestimonianze con il link per ciascun video (se qualcuno desidera ricevere i file con i sottotitoli, può richiederli a questo indirizzo).
Per approfondimenti rimandiamo al testo di Marguerite Peeters, Il gender. Una questione politica e culturale, San Paolo; John Colapinto, Bruce, Brenda e David, San Paolo; Dawn Stefanowicz, Fuori dal buio, Ares; Massimo Gandolfini, Mamma e papà servono ancora?, Cantagalli (di prossima pubblicazione). Aggiungiamo un articolo di Giancarlo Cerrelli pubblicato più recentemente, e un articolo scritto qualche tempo fa da Massimo Gandolfini e Roberto Marchesini.

Ringraziamo coloro che sono stati presenti al convegno, che ci auguriamo abbia fornito utili spunti di riflessione e strumenti di discernimento. Sperando di fare cosa gradita, abbiamo inserito i vostri indirizzi nella nostra mailing list, alla quale periodicamente inviamo segnalazioni ed aggiornamenti e che spesso è strumento per scambio di materiali. Naturalmente, se non desiderate ricevere ulteriori email, è sufficiente che ce lo segnaliate con un messaggio a questo indirizzo.

Cordiali saluti,
La Segreteria

lunedì 28 aprile 2014

Messaggero: sul caso del Liceo Classico Giulio Cesare di Roma

Il brano esplicito tratto dal libro “Sei come sei” di Melania Mazzucco dato da leggere dai professori agli studenti nell'articolo sul sito online del quotidiano romano

venerdì 14 febbraio 2014

Avvenire: sul documento UNAR

Leggi dal sito del quotidiano online

  • l'articolo 1 Gender in classe: mondo capovolto
  • l'articolo 2 Il kit pro-gender in classe? Sconfessato il grande bluff 


Leggi il documento sulla strategia nazionale LGBT integrale dal sito UNAR (Presidenza del Consiglio dei Ministri)

mercoledì 8 gennaio 2014

Libri Avv. Gianfranco Amato

Il libro: Gender (d)istruzione

Il libro: Omofobia o Eterofobia?
Perché opporsi a una legge ingiusta e liberticida, informazioni dal sito dei Giuristi per la Vita

Il libro analizza l'iter del cosiddetto DDL Scalfarotto

Suggeriamo agli onorevoli di buon senso di proporre un iter parallelo per un DDL sulla ierofobia, neologismo per fotografare la sistematica distruzione dei credo e dei valori religiosi dei cittadini

Il termine ierofobia potrebbe essere anche coniato in ambito giornalistico