giovedì 26 gennaio 2017

Spettacolo Gender per le Scuole al Teatro Verdi di Pisa con il pretesto della Giornata della Memoria

L'avviso sul sito del Teatro Verdi di Pisa
L'intervista al Direttore del Teatro
Clicca l'immagine per ingrandire



Ecco i messaggi educativi contenuti nello spettacolo e ai quali sono stati sottoposte numerose classi accompagnate dai loro docenti il 26 Gennaio 2017 alle ore 10:
  • [droghe] una sbronza
  • [droghe] il desiderio di cocaina per dimenticare
  • [sesso] intrighi amorosi omosessuali tra vari personaggi: un rapporto occasionale, rapporti a tre e un'allusione a rapporti multipli
  • [violenza] una scena di necrofilia evocata verbalmente [non rappresentata come nel testo originale] con grande dolore da parte di chi la commette. La bimba violentata nella storia ha 13 anni [i presenti hanno da 14 a 18 anni]. L'omosessuale che compie l'atto dice di aver voluto-dovuto dimostrare a tutti (in quegli attimi disperati in cui in gioco era la sua vita) che ce l'avrebbe fatta ad avere un rapporto con una femmina. Era stupito e contento che nonostante tutto ce l'avesse fatta
  • [etica] una scena "romantica" di bacio lungo alla francese e un successivo abbraccio romantico fra due omosessuali
  • [sesso] nel campo di concentramento i due poveri innamorati non possono fare l'amore allora lo simulano (nei particolari) a voce. Il pubblico partecipa alla descrizione minuta dell'amplesso. "allora ti bacio, ti infilo la lingua dentro la tua bocca... (aumentano i respiri affannosi), con la lingua scendo fino al collo... sempre più giù... ancora più giù.... sì sì sì... ancora... sì sì sì... con orgasmo finale. I due hanno fatto l'amore con l'immaginazione, in piedi, uno accanto all'altro, durante un "attenti" delle SS, lungo il filo spinato. Tanto gli altri, dicono i due omosessuali, non ci vedono. Dopo l'eccitante esperienza i due si congratulano di aver goduto in soli tre minuti
  • [sesso] similmente alla scena precedente, sesso in piedi, simulato (purtroppo, non possono farlo davvero). Entra in gioco un riferimento al sesso violento. "A me non piace violento" "a me invece talvolta piace"... Quindi finisce il coito per una questione di principio. Il dialogo passa ad altro
  • [sesso] scena simile alle precedenti ma più veloce. Riprovano a fare l'amore e questa volta con grande romanticismo godono
  • [violenza] dichiarazione del protagonista: meglio morire rivendicando di essere omosessuali che rimanere vivi ma negarsi, prima di suicidarsi di fronte al pubblico, al termine dello spettacolo
Se si considera il pathos dello spettacolo e la suggestione con suoni, musiche e luci, questa esperienza viene praticamente vissuta in prima persona dai giovani spettatori, costretti a subire una violenza gratuita e numerosi contenuti inadatti ad un pubblico minorenne

Uno spettacolo per celebrare il Gay Pride (oltretutto presentato proprio a Pisa a Giugno 2016) diventa educativo per le scuole e viene riciclato in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria
Lo sfondo è certamente quello delle persecuzioni naziste, ma il messaggio predominante pare di tipo Gay Pride
Se occorresse, una prova lampante della troppo facile e malcelata strumentalizzazione della Giornata della Memoria per la causa omosessualista, questa viene fornita direttamente dall'articolo dell'organo ufficiale di comunicazione del Comune di Pisa
che usa le parole degli studenti partecipanti per dimostrare il successo dell'iniziativa e nel quale è del tutto assente la parola Ebrei (i 9 milioni di vittime sarebbero il motivo della Giornata della Memoria)

Le principali riserve sullo spettacolo riguardano due aspetti, entrambi molto gravi da parte degli organizzatori
  • mancato rispetto della priorità educativa delle famiglie per i contenuti violenti, pornografici ecc.
  • strumentalizzazione della Giornata della Memoria per la causa omosessualista


La petizione CitizenGO al sindaco di Pisa per il ritiro dello spettacolo, con oltre 1100 adesioni raccolte in meno 24 ore

Leggi gli editoriali su
Leggi il comunicato del Comitato Famiglia Scuola Educazione su
Il comunicato è stato inviato a tutti i dirigenti scolastici agli indirizzi PEC dei seguenti Istituti scolastici che partecipano con classi accompagnate da docenti
  • Liceo Classico Galilei
  • Liceo Scientifico Dini
  • Liceo Scientifico Buonarroti
  • Liceo Carducci
  • IPSSAR Matteotti
  • ITC Pacinotti
  • Liceo Artistico Russoli
Grazie all'allarme dato, molti genitori e l'Istituto Santa Caterina hanno ritirato l'adesione grazie alle segnalazioni delle varie Associazioni Genitori

Partecipazione a ranghi ridotti, circa 120 studenti da 11 classi

Purtroppo molti insegnanti che hanno partecipato sono noti per non esercitare sufficientemente la prudenza nell'interesse dei ragazzi anteponendo i propri fini politici

Leggi la replica degli organizzatori dello spettacolo sui quotidiani a stampa
I comunicati dei genitori sono stati ridotti ai minimi termini, mutilando le motivazioni della protesta e di fatto trasformando l'articolo in pubblicità per lo spettacolo

Leggi la replica degli organizzatori dello spettacolo sui quotidiani online
Gli organizzatori esigono, senza restituirlo, rispetto per il "diverso" pensiero dei genitori, calpestando la priorità educativa delle famiglie e tralasciando le serie motivazioni legate ai contenuti di pedofilia e necrofilia e l'istigazione al suicidio che rendono inadatto lo spettacolo per adolescenti

Leggi la controreplica del Comitato Famiglia Scuola Educazione su
Leggi il comunicato del Centro Studi Livatino su
Leggi il comunicato del Comitato Nazionale Difendiamo i Nostri Figli Sezione di Pisa su
Leggi gli articoli faziosi di Repubblica pagina di Firenze online
Facendo un rapido confronto tra i comunicati minuziosamente argomentati dai genitori e il taglio dato all'Articolo 1 si nota ancora una volta che siamo sottoposti a stampa di regime, ad una intellighenzia del pensiero unico e una scuola statalista che intende prevaricare le famiglie (proprio come nelle grandi dittature, che lo spettacolo vorrebbe denunciare)
Come se non bastasse, spazio di un intero Articolo 2 senza contraddittorio è stato offerto agli organizzatori dello spettacolo, che risultano attivisti lgbt
Ai fini delle competenze in progetti educativi e artistico-teatrali non rileva che si tratti di un docente di diritto internazionale, qualifica che viene riproposta quasi a conferire uno status di intoccabilità dovuto all'appartenenza al mondo accademico e racconta di provincialismo e di latinorum, vizi ai quali la nostra società è sempre esposta e comprende assessor* normalist* e mancat* accademic*
Il martellamento unilaterale continua anche sui quotidiani cartacei
E' semplice rintracciare le responsabilità da parte di coloro, sempre i soliti, che in maniera spregiudicata hanno deciso al posto dei genitori e hanno liquidato con arroganza le proteste (senza dare il minimo segno di voler comprendere, pur di fronte all'evidenza). I genitori se ne ricorderanno...

La nota su
l'assessore alla scuola Chiofalo (nota a livello nazionale per i bambini picchiati) viene ribattezzata dal giornalista assessore alle politiche sociali, forse considerata la qualità della sua attenzione alla scuola

Come se non bastasse, l'assessore ne


redarguisce pubblicamente il preside dell'Istituto Santa Caterina, che ha operato prudentemente, e afferma che mai avrebbe annullato lo spettacolo, arrogandosi un diritto, che invece spetta costituzionalmente alle famiglie

Ascolta l'unica difesa delle posizioni dei comitati genitori, dileggiati negli interventi dei consiglieri Mazziotti (PD, presidente della commissione istruzione e cultura), Auletta (Rifondazione comunista) e Ghezzani (Sinistra italiana) al Consiglio Comunale di Pisa, su
Simile falsariga di attacco gratuito ai Genitori è stata seguita di consiglieri Nardini e Vadi (PD) su


L'annuncio su RAI 3 al
dal minuto 12:30 al minuto 14:15

Per evitare inutili polemiche e facili strumentalizzazioni della protesta, che ha già raggiunto lo scopo di informare i genitori, viene declinato l'invito al Comitato Famiglia Scuola Educazione alla registrazione della trasmissione Agorà di Rai 3

venerdì 13 gennaio 2017

Autogestione al liceo scientifico Dini con ideologia gender

L'autogestione, da molti definiti come il sostituto "legale" delle occupazioni, ha apparentemente finalità democratiche e in realtà si traduce per molti in perdita di preziosi giorni di lezione e per altri nel portare unilateralmente ideologie nella scuola, spesso con manipolazione da parte di soggetti esterni, sempre i medesimi
Diverso sarebbe se questa attività fosse invece guidata e si potesse tradurre in un progetto nel quale i ragazzi imparano applicando metodi e nozioni appresi, che avrebbe almeno una ricaduta sulla loro formazione

Al Liceo Dini di Pisa è stato inserito il seguente Programma con interventi da parte di soggetti quali AIED, in prima linea nella rete che promuove l'ideologia gender italiana: "Educare alle differenze"

I genitori hanno protestato attraverso i loro rappresentanti che hanno trasmesso al preside questo messaggio:

Carissimo preside, facendo seguito al colloquio telefonico di ieri mattina, ti confermo che alcuni genitori mi hanno contattato, nella mia veste di rappresentante della componente in consiglio di istituto, contrariati dall'aver appreso che alcuni temi oggetto delle prossime giornate di autogestione sono stati affidati a soggetti esterni che non garantiscono la terzietà necessaria, a maggior ragione trattandosi di temi particolarmente "sensibili" come la contraccezione e la teoria gender. Personalmente condivido appieno tale contrarietà, ritenendo che simili tematiche richiedano quanto meno un adeguato contraddittorio, in modo che gli studenti interessati possano effettivamente partecipare ad iniziative di approfondimento e informazione, e non a lezioni o seminari inequivocabilmente orientati, visto il curriculum dei soggetti chiamati in qualità di esperti. Capisco che si tratta di giornate autogestite, ed in quanto tali affidate all'iniziativa dei ragazzi, ma, come già ebbi a dirti lo scorso anno, ferme restando le scelte di merito dei ragazzi, cioè l'oggetto dei seminari, dei temi, non credo che la scuola possa disinteressarsi delle scelte di metodo. Si tratta di ragazzi in grandissima parte minorenni, che devono poter partecipare alle giornate autogestite senza subire i potenziali danni derivanti da una informazione unilaterale, non bilanciata, senza contraddittorio. Credo sia compito della scuola vigilare sulle modalità dell'autogestione, ponendo regole chiare che contribuiscano  all'approfondimento dei temi trattati, senza che il tutto si risolva in comizi . La questione è a mio avviso seria e merita due ordini di interventi. Il primo che ti propongo di domenica, visto che il tutto è previsto per i prossimi giorni, e' di intervenire personalmente al fine di soprassedere alla trattazione dei due temi in parola, nelle more di poter garantire un adeguato contraddittorio. Il secondo, più generale e preventivo, e' di mettere questo argomento all'ordine del giorno del prossimo consiglio, in modo da aprire un confronto serio con i ragazzi per fissare le regole dell'autogestione, in modo da superare un modello ormai datato, che ricorda pratiche vecchie e ben conosciute dalla nostra generazione, che almeno per quel che mi riguarda non mi hanno reso migliore.

In breve ci si appella alla par condicio nell'ambito di tematiche sensibili e controverse come la sessualità
Il preside pare abbia raccolto positivamente lo stimolo rivolgendosi all'Arcidiocesi la quale ha indicato il consultorio Ucipem per il suo incontestabile valore scientifico sul tema

E' chiaro che la migliore azione è come sempre quella preventiva e quindi starebbe ai nostri ragazzi proporre temi che mostrino la bellezza della famiglia e delle sessualità naturale
In aggiunta a questo, coloro che sono particolarmente ferrati, possono partecipare e facilmente smontare le semplicistiche e inconsistenti ideologie gender, ad esempio:

Quelli dell'AIED verranno a dirvi che la contraccezione è fondamentale. Fateli dire. Poi, un ragazzo può alzarsi e dire più o meno così: 
"La ringraziamo di quello che ci ha qui detto. Come ben sa, questo è un liceo scientifico, io e gli altri studenti ci stiamo preparando per affrontare percorsi di studi scientifici. 
Qui abbiamo un dato estremamente interessante che merita di essere discusso: 
In Francia soltanto il 2,3% delle donne sessualmente attive che non intende avere figli non usa la contraccezione. 
Peraltro l'uso di metodi altamente efficaci come la pillola e la spirale supera il 50% ed è dunque più del doppio rispetto alla realtà italiana.
Il numero di confezioni di pillola del giorno e dei cinque giorni dopo si attesta a circa 1.200.000 all'anno, mentre in Italia la cifra è di 370.000.
Allora, come mai il numero di aborti è 218.000, ed il tasso per 1000 donne in età fertile è 14,9 mentre in Italia, con numeri nettamente più bassi di contraccezione gli aborti sono stati nel 2015 87.639 ed il tasso è pari a 6,6 cioè meno della metà di quello francese?" 

Aborti e pillole del giorno dopo in Francia: http://drees.social-sante.gouv.fr/IMG/pdf/er968.pdf

Ecco, dovete stampare questo materiale, e domandare spiegazioni: o vuole dire che coito interrotto e preservativo funzionano bene quanto pillola, impianti ormonali e spirali, oppure vuole dire che la diffusione della contraccezione può innescare meccanismi comportamentali che che fanno perdere il beneficio contraccettivo. 
Questo meccanismo si chiama compensazione del rischio (risk compensation), ovvero le persone cambiano il proprio comportamento al variare del rischio percepito. Esempio ho la cintura di sicurezza, dunque guido a velocità maggiore, oppure questi sono biscotti light e dunque ne mangio di più). Una serie di pubblicazioni scientifiche lo hanno evidenziato per la contraccezione, tra tutte gli studi del professor David Paton, capo del dipartimento di economia della Nottingham University. 

La risposta quasi certamente sarà che molto spesso la contraccezione viene usata male (dimenticanza, uso di farmaci che ne riducono l'effetto).

Bisogna farla intortare da sé bene, bene e poi chiosare con questa frase: "ok, allora lei ci ha appena confermato che i dati dimostrano che nella vita reale, non nelle ipotesi, non in teoria, ma sul campo, un ottimo prodotto usato male porta a risultati peggiori di un cattivo prodotto usato bene. Grazie, sono soddisfatto".

Se dovesse dire che per questo si cerca di andare su mezzi più affidabili e la cui efficacia non dipende dal comportamento della donna (spirale, iniettivi, ecc... Che nell'insieme si chiamano LARC, Long Acting Reversible Contraceptives), allora si può rispondere così: "beh, a giudicare dalla maggiore incidenza di malattie sessualmente trasmesse nei Paesi dove questi metodi sono più diffusi, mi sa che si rischia di finire dalla padella nella brace".
In Italia l'infezione da Clamidia, che è quella più diffusa, ha una bassa incidenza rispetto a nazioni come Inghilterra, Svezia, Norvegia.