sabato 24 gennaio 2015

Associazioni omosessuali in una scuola di Pisa

Sabato 24 gennaio, alle ore 16, nell’aula magna del Complesso Mazzini di Via Gentileschi (che comprende scuole materne, elementari e medie) AIED, ArciLesbica Pisa, Arciragazzi Comitato di Pisa, Casa della Donna Pisa, Fratelli dell’Uomo Pisa, Le Barbe della Gioconda, Municipio dei Beni comuni, Nuovo Maschile, Pink Riot – Arcigay Pisa, Queersquilie – Collettivo Femminista queer ... la Regione Toscana ... tramite la normativa regionale ... una delle realtà più evolute a livello nazionale ... promuovendo percorsi nelle scuole, anche con attività di gioco e animazione

Erano presenti anche Pina Salinitro, presidente dell’AIED di Pisa, Ciccio Auletta, consigliere comunale di Una Città in Comune, e Marilù Chiofalo, assessora alle Pari Opportunità del Comune di Pisa
Il manifesto del piano di colonizzazione culturale a partire dagli insegnanti e dalla scuola
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Il preside non si limita ad ospitare, ma partecipa attivamente all'incontro.

L'assessore Chiofalo, dopo avere partecipato all'incontro, in un'interpellanza al Comune di Pisa, esordisce sostenendo di non conoscere il "gender".
Riferendosi all'incontro stesso, saluta la scomparsa di Paola Bora (già presidente della Casa della Donna) in un articolo a pag. IV del Tirreno del 27 Gennaio 2015 definendola letteralmente propria guida, oltre che esperta di "gender", Queer e femminismo.
Una sintesi della ricetta di Paola Bora si può reperire nell'articolo "Nella casa delle differenze" su Athenet online, dove il lesbismo sembra la felice soluzione all'oppressione maschile.

Scambio epistolare in ordine cronologico tra il "genitore" e il "preside" (pubblicazione approvata da entrambe le parti)



da:"genitore"
a:"mailing list di genitori di una classe dell'istituto in questione che comprende, oltre al "genitore", un "rappresentante" nel consiglio di istituto e il "preside" dell'istituto stesso"
data:31 gennaio 2015 10:10
oggetto:Assemblea di associazioni omosessuali nell'aula magna della scuola Mazzini

Caro "rappresentante",

Ti scrivo a questo indirizzo poiché non ho la tua email personale.

Scopro per caso
http://ilgender.blogspot.it/2015/01/unione-di-associazioni-omosessuali-in.html

che il nostro Istituto, che comprende materne, elementari e medie ha pensato bene di accogliere una "assemblea cittadina" organizzata da circa una decina di associazione di chiaro orientamento e senza contraddittorio.

Intanto, chi organizza proviene dalla "Scuola Normale" e quindi non si capisce perché non se la organizza nella sua di Scuola invece che nelle Scuole altrui, una assemblea cittadina, quindi già l'iniziativa si pone male.

Non capisco poi quale sia stato un possibile iter da parte della dirigenza della scuola e l'eventuale coinvolgimento del consiglio di istituto, del quale fai parte, che rappresenta noi genitori.

Con emergenze di orario, infrastrutture fatiscenti (le mie figlie alle Parmeggiani hanno un cantiere fermo da un anno e non possono usare il giardino chissà per quanti altri mesi - vedi articolo di oggi sui quotidiani) tanta buona amministrazione quotidiana da svolgere giornalmente come fa ognuno di noi sul posto di lavoro e invece si pensa bene di dedicare risorse ed energie per portare questioni ideologiche, di chiaro orientamento, su tematiche delicate, che toccano la sfera personale, di esclusiva competenza delle famiglie (come anche sancito ad esempio dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo) in un istituto che comprende scuole materne, elementari e medie.

Francamente in questa azione ipocrita,  vedo mancare il rispetto della dignità personale e calpestare i valori collettivi da parte di una istituzione che invece dovrebbe fare esattamente l'opposto cioè insegnarli prima di tutto con l'esempio.

"rappresentante" confido nel tuo sostegno e nella tua vigilanza affinché non si ripeta più in futuro un gesto così offensivo e mi rimetto a tua completa disposizione per qualsiasi azione tu voglia intraprendere più incisiva per affermare l'importanza di rispettare i valori personali dei genitori che l'Istituto Tongiorgi afferma di tenere in tanta considerazione (vedi iniziativa associazione genitori tanto incoraggiata e della quale sono uno dei fondatori ecc.).

Un caro saluto,
"genitore"

PS Onde evitare fraintendimenti, desidero chiarire che ho piena fiducia che la storia e la geografia vengano insegnate ai miei figli dall'Istituto Tongiorgi, ma non gradisco (per usare un eufemismo) che siano degli sconosciuti che entrano nella scuola chissà da quale porta a trasmettere altro tipo di insegnamenti in ambiti quali quello politico, sessuale, affettivo, ecc.


da:"preside"
a:"genitore"
data:1 febbraio 2015 17:53
oggetto:Riflessioni

Caro "genitore",
         ho riflettuto a lungo sulla tua mail, e vorrei provare a darti una risposta personale, prima che istituzionale.
Sento molto importante il tuo richiamo al fatto che tutti devono essere rispettati, e la tua richiesta che si rispetti anche le tue convinzioni. So che se la scuola andasse in una direzione di educazione alle differenze di genere (omosessuali inclusi), la sentiresti come una violenza, e penso anche che la scuola debba essere un posto accogliente per tutti.
Il problema che mi pongo è questo: le tue posizioni in proposito sono molto radicali e se, per rispettarti, la scuola dovesse allinearsi completamente, finirebbe per fare violenza a qualcun altro che pure merita lo stesso rispetto. Ti chiedo di tentare di staccarti un attimo dalle tue posizioni, solo per considerare un fatto che altrimenti ti sfuggirebbe: dal punto di vista di un omosessuale che rivendica la sua piena libertà di essere omosessuale, il fatto, per esempio, di vedersi rifiutato uno spazio pubblico per discutere delle sofferenze cui può essere soggetta una persona a causa della sua omosessualità, è a tutti gli effetti una violenza. Ti chiedo di staccarti dalle tue posizioni e considerare anche un punto di vista diverso, non perché voglio farti cambiare in qualche modo le tue idee, ma solo perché, proprio perché tu ti senta rispettato e accolto nella scuola, che è la tua scuola allo stesso modo in cui lo è per chi la pensa in maniera opposta, è fondamentale che tu mitighi un pochino il tuo atteggiamento, per trovare un punto di incontro soddisfacente per te e per chi la pensa diversamente da te.
Personalmente ritengo molto diverso prevedere attività istituzionali e che coinvolgano i bambini, dall'ospitare un dibattito tra adulti sul tema. Se coinvolgere i bambini significa in qualche modo entrare in uno spazio che deve essere condiviso e mediato con le famiglie (ma che non è solo competenza delle famiglie: la scuola deve trovare la via giusta per parlare di affettività e di sessualità) ospitare un dibattito tra adulti significa semplicemente permettere che della tematica si discuta: penso che sarebbe davvero grave opporsi a una discussione su questo tema, e voler comprimere le possibilità di espressione di associazioni solo perché sono associazioni omosessuali.
Tra l'altro il dibattito era aperto a tutti. Se tu avessi voluto esprimere le tue perplessità avresti potuto farlo, e anzi, bisognerà proprio trovare uno spazio in cui di questo tema si discuta con tutte le posizioni in campo, proprio per affrontare il nodo secondo me centrale della questione, ovvero: come far convivere e dialogare serenamente anime opposte che meritano tutto il rispetto della scuola?
Un abbraccio
"preside"


da:"genitore"
a:"preside"
data:1 febbraio 2015 21:51
oggetto:Re: Riflessioni

Caro "preside",

Apprezzo la tua considerazione, ma purtroppo non hai colto l'essenza della mia osservazione: non è in questione il mio punto di vista sugli omosessuali, aperto non certo meno del tuo, figuriamoci se mi addentro su un tema come questo.

E' in questione invece il fatto che entri nella scuola, a qualsiasi titolo, una questione, prima di tutto che non c'entra con la scuola e, ancora più grave, che per ragioni etiche, religiose, culturali ecc. pone un forte rischio di offendere la sensibilità di qualcuno, per esempio la mia, in quanto riguarda tematiche sensibili, personali, individuali, non scolastiche, non so quali altri termini usare per rendere chiara l'idea.

"preside", semplicemente, non ce n'era bisogno, credo, e lo sai meglio di me, che di questioni su cui lavorare e discutere nell'istituto Tongiorgi ce ne siano a sufficienza per non andarsele a cercare fuori.
Scuola aperta sì, ma solo per questioni che riguardano la scuola.

Tieni conto che forse io solo mi sono espresso in questa circostanza, ma non sono parte di una minoranza.
Non è una questione sul mio più o meno alto livello di tolleranza, ma è una questione di principio e di democrazia, poiché oggi la questione è questa e domani possono essere altre.

Provo a spiegare con delle traslazioni estreme il perché non è opportuno l'argomento trattato.
Certamente qualche famiglia di perseguitati non gradirebbe che venissero a parlare dei neonazismo o neostalinisti; vittime non apprezzerebbero che organizzatori fossero degli ex terroristi o brigatisti; pacifisti non gradirebbero dei bellicisti e via e via e via (sempre naturalmente con il pretesto di educare, ovviamente, cosa vuoi che si scriva come titolo del convegno, il vero malcelato motivo: offendere e calpestare?). E ancora se un'associazione dell'area leghista o estrema destra venisse a parlare di "educare alla tolleranza", non credi che qualcuno si offenderebbe? Se un movimento di gesuiti venisse a parlare del "ruolo dei diversi tipi di famiglia nella scuola"?
E' triste a dirsi, ma forse mettersi contro la comunità ebraica o la paura di un attentato pone questioni "morali", mentre violentare liberamente i valori che ci hanno regalato il paese nel quale viviamo è lo sport nazionale di una certa parte. Non è un'accusa generica, prova e rileggere la mail pubblica di "altra", analizzando i singoli periodi per capire dove si trova il radicalismo.

Si deve anche riconoscere che l'iniziativa non era né autorevole da un punto di vista scientifico (un nobel che parla alla Mazzini) o legata a un personaggio di riconosciuta fama, anzi era addirittura totalmente di parte e senza contraddittorio.

Sono convinto che ora sia chiaro in cosa consistesse la "leggerezza" commessa.

Devo purtroppo aggiungere che la questione si aggrava per alcuni motivi:

1. abbiamo parlato della questione e quindi sai come la penso a titolo personale, anzi per renderti più facile il compito di proteggere anche i miei diritti ti ho mandato un documento ufficiale che avresti certamente potuto usare, quantomeno per porre in discussione la questione, invece di accettarla supinamente e poi eventualmente lasciarla cadere per non rifiutarla o avresti avuto una pezza per fare capire dell'inopportunità,

2. ti ricordo che non ho dedicato tutto il mio tempo per l'associazione genitori e attività connesse, per spostare le transenne, dunque la tua apertura verso i genitori ha perso un'occasione per essere dimostrata concretamente.

Anzi, quando si doveva fondare l'associazione e ebbi l'opportunità di proporne una gloriosa già esistente è partita un'operazione di ostracismo, anche quella "radicale". Le iniziative di parte vanno bene solo se sono dalla parte giusta?

Ritengo che il protocollo con il Comune debba essere rimesso in discussione per evitare che si verifichino ancora eventi spiacevoli come questo, anche perché di solito negli accordi tra organizzazioni si dà per ricevere e francamente non vedo quale sia il vantaggio di un simile accordo, visti i problemi di rispetto, trasparenza e abuso di autorità che può creare in un ambito così fragile e importante come la scuola (che fortunatamente è amministrata da una persona intelligente e capace come te).

Con immutato affetto,
"genitore"

PS Semmai se ricapitasse a Pisa il convegno in oggetto, assicurati che "altra" partecipi, in modo che riesca a liberarsi di qualcuno degli stereotipi su coloro che hanno dei propri valori e, anche per rendere il suo modo di pensare più aderente alla missione di insegnante, possa capire cosa significa una scuola laica e aperta a tutti.
"omissis - riferimento a terzi non camuffabile"


da:"preside"
a:"genitore"
data:2 febbraio 2015 23:52
oggetto:Re: Riflessioni

Caro "genitore",
         gli organizzatori dell'incontro intendevano avviare una riflessione non tanto sulle differenze di genere in se stesse, ma su come le differenze di genere possono incidere su un piano educativo. Era quindi sensato rivolgersi ad insegnanti e tenere l'incontro in una scuola. Gli insegnanti naturalmente sono liberi di riflettere e discutere come vogliono: la corresponsabilità educativa delle famiglie può limitarli quando insegnano, non certo quando discutono in un'assemblea cittadina. Quindi, a mio avviso, la scuola non aveva ragioni per negare la sala, a meno che l'incontro non avesse avuto un carattere offensivo per i valori di altre persone. Ed è proprio questo il punto che mi pare centrale: mi pare di capire che tu ti sia effettivamente sentito offeso, e abbia sentito calpestati i tuoi valori. Solo che nessuno ha denigrato in quell'occasione i valori di chi crede nella famiglia fondata sul matrimonio religioso, che anzi rappresenta una delle possibilità che devono essere accolte se si parla veramente di educazione alle differenze; si voleva solo riflettere sul dato di fatto che ci sono tante credenze diverse, tanti valori diversi, e ragionare sul ruolo dell'educazione di fronte a questa varietà. Il caso mi sembra quindi molto diverso da un raduno neonazista o stalinista, dove si legittima la violenza verso categorie di persone che non accettano determinate idee.
Veramente mi dispiace che tu ti sia sentito offeso da questa iniziativa, ma penso che non ci sia assolutamente stata una volontà di calpestare i valori di nessuno, né mi sembra sia stato fatto involontariamente durante l'incontro.
Un abbraccio
"preside"


da:"genitore"
a:"preside"
data:3 febbraio 2015 03:39
oggetto:Re: Riflessioni

Caro "preside",
Confermo la mia più alta stima nei tuoi confronti per la serietà e la profondità, ma purtroppo non posso assolutamente sdoganare il tuo gesto.
Le tue motivazioni possono fungere da vaghe attenuanti perché tutti possiamo sbagliare per cui l'errore invece di essere al 100% cala al 95 o al 90% del grado di responsabilità, ma l'unico modo per azzerare la responsabilità è smettere di volere entrare a tutti i costi in ambiti che non ti competono. Perché non ti competono? Perché rischiano di offendere qualcuno.

Intanto rimane valida la seconda parte della mia lettera riguardante il modo nel quale hai tenuto in considerazione un genitore e l'associazione genitori pur sapendo come la penso e come la può pensare una parte di essa, pur essendo stato chiaramente avvertito ufficialmente (con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno). Ci vogliono articoli sul giornale (che a quanto pare con le Parmeggiani hanno funzionato), denunce, lettere aperte, petizioni, circolari, discussioni pubbliche per email, cartelloni prospettati da altri? Cosa ci vuole per prevenire che venga commesso un secondo errore? Spero che basti il ragionamento, dunque mi sforzerò ancora una volta di chiarirtelo.

Sono un po' stupito che tu non comprenda il significato di essere offeso. Mi sembra, ma a quanto pare non è così evidente per te, che un neonazista, uno stalinista o un leghista che vengano a parlare di educazione non sono credibili come non lo sono arcigay, arcilesbica ecc. agli occhi di molti. Non va bene che pontifichino persone che fanno della loro particolarità una ragione di vita, poiché, pur nella massima buona fede che sostieni, non sarebbero obiettive, non ti pare? Anzi per il mio concetto di educazione, sarebbero deleterie, quindi non solo inutili, ma dannose.
Cosa posso aggiungere per renderti comprensibile l'esempio? C'è una ideologia, una religione, un punto di vista, un movimento dal quale ti senti offeso? Ebbene costruisciti da solo un esempio nel quale questa entità si stabilisce nella tua scuola o a casa tua per un corso permanente, diciamo di un mese per enfatizzare ancora meglio il livello di offesa e pretende di catechizzare chi ti è più caro (non so, avrei detto le tue figlie prima di sentire come ve ne curate, ma ho invece visto che nell'interesse di sostenere un'ideologia non vi preoccupate neppure che venga gettato fango sulla loro purezza di giovani creature che hanno diritto che si rispettino i loro tempi). L'argomento del corso permanente sarebbe ovviamente educare. Allora non ti sentiresti offeso? Ebbene un ebreo si sentirebbe offeso se il corso venisse tenuto da un neonazista, sempre che parla di educazione, un musulmano da un redattore di Charlie Hebdo, omosessuali da gruppi di picchiatori fascisti o viceversa, mafiosi che parlano di legalità a vittime della mafia ecc.

Anzi vorrei essere propositivo, innanzitutto ti propongo di introdurre un cappellano per benedire l'inizio dell'anno scolastico e in occasione di tutte le feste consacrate. Che ne dici di una messa a Natale e Pasqua alla presenza del dirigente e signora in aula magna genuflessi per rispetto?
Poi ti vorrei proporre di inserire un ciclo di seminari sull'importanza della religione, che da sempre è stata un ingrediente fondamentale della vita e della società, una risorsa preziosa. Una tematica certamente formativa e utile per insegnanti, genitori e alunni. L'alternativa è zero a confronto. Prova a indovinare a quale associazione daremo incarico?
Mi sembra poi fondamentale educare alla vita i giovani del futuro, a cosa li vogliamo educare alla morte? E allora vai con testimonianze di organizzazioni anti abortiste e contro l'eutanasia.
E come non parlare di contraccettivi? Alle Collodi stavolta. Naturalmente chiamando autorevoli medici obiettori.
E che ne diresti di chiamare qualche guaritore, mago e astrologo?

"preside", il dirigente responsabile e prudente, mette da parte la propria personale ideologia, specialmente se non è un moderato come sei tu chiaramente, e evita di entrare in ambiti che possono offendere e calpestare, per scelta consapevole, per vera correttezza, rispetto, democrazia, comprensione della diversità, dell'alterità, perché la scuola laica è di tutti.
Le assemblee cittadine, i corsi, i seminari, le conferenze, i dibattiti ecc. ecc. ecc. in ambiti che non riguardano la storia, la geografia e affini RESTANO FUORI DALLA SCUOLA, poiché 1 appunto non riguardano la scuola stessa, 2 non portano alcun valore, poiché chi è già ideologizzato rimane come è e chi non lo è rimane offeso, 3 oltre ad offendere fanno danni, per la delicatezza dell'istituzione stessa che contiene soggetti fragili e da preservare ancora di più perché rappresentano il nostro futuro.
Diete, feste di istituto, gare di matematica, corso di ceramica? OK! Astronomia, archeologia, aeronautica - sono ancora alla A e vorrei completare l'elenco della Treccani dei temi possibili, non ti bastano?
Non abbiamo bisogno di essere catechizzati da voi, come io non pretendo di catechizzare voi, nonostante avreste tutto da guadagnarci, almeno se ripenso a quando, da piccolo e vittima di una scuola di sinistra la pensavo come te prima di ritrovare, maturando la ragione. Anzi, sai cosa ti dico? saresti un perfetto San Paolo, non ti preoccupare, lo dico per la cultura e la conversione, non per la decapitazione...

Per essere ancora più esplicito, si è capito che anche se sai benissimo che affettività e sessualità competono alle famiglie e nei casi patologici forse alla usl o ai servizi sociali, ma certamente non alla scuola, ce le vuoi fare entrare lo stesso, ma io ti sto dicendo, anche a nome di tanti, di non commettere l'errore di infilarceli per forza, poiché altrimenti a forza di pensarci, si rischia di fare ragionamenti di un altro "organo" invece del cervello. E come non c'entrano questi argomenti non c'entra la politica e altri argomenti che a me non vengono in mente ma certamente a te sì. Tanto per usare un'espressione di famiglia, fatevene una ragione. E caro "preside" te lo dico quando metti il dito nella ghigliottina, perché ti potresti fare male se ci metti il braccio, quando la ghigliottina si abbassa.

Senza andare lontano, nella mia famiglia ho avuto persone che hanno ricoperto elevati incarichi in istituzioni pubbliche (es. il nonno prefetto o l'altro nonno ambasciatore, mia mamma dirigente della provincia di Roma ai servizi sociali e al demanio) beh, caro "preside", non avrei alcun dubbio di come avrebbero reagito queste persone laiche, di specchiata onestà e correttezza, semplicemente leggendo il nome di coloro ai quali tu hai permesso di violare il tempio della formazione. Non è razzismo, le istituzioni in genere e la scuola in primis, vanno difese da qualunque estremismo e particolarismo. Tutti gli esempi che ho fatto mi disturbano in diverso grado e ritengo che nessuna di queste situazioni si deve verificare per il benessere di tutti.
Come pensi che reagirebbe il paese se Mattarella neoeletto come primo atto accogliesse, a qualsiasi titolo, una delle associazioni alle quali tu hai spalancato la scuola!!! Credo che neppure tu avresti approvato un simile gesto per il decoro, la serietà di un'istituzione, e si parla di un palazzo di vecchi, e allora la scuola dei nostri figli, vale meno? Mi dispiace "preside", ma non hai avuto il giusto riguardo per loro.

Una nota pratica, è forse per questo che non è stata fatta pubblicità con i soliti canali, impedendo quindi una reazione che certamente ci sarebbe stata. Ma se allora non hai neppure pubblicizzato, allora a che serviva fare da noi? Mmh.

Se poi vuoi portare questa discussione su un piano più costruttivo, invito anche te a prendere spunto dal MIT o tanti altri fulgidi esempi. Non rischiare di passare per dirigente orientato, ormai, dopo l'esperienza maturata sul campo, hai le carte per essere un dirigente equilibrato, energico e fattivo. Vedi, per esempio nel mio piccolo io ho regalato alla classe ogni due settimane cassette di clementine, non di santini, anche se avrei potuto abusare della mia posizione.

Spero adesso tu abbia compreso perché hai profondamente offeso me e i valori di tante famiglie che certamente ti passano davanti agli occhi, senza cercare la colpa in loro, e, dunque riconosca quel tipo di azione fallimentare, forse guidata non voglio dire da superficialità, poiché non ti appartiene, ma forse da spirito idealista, a modo tuo.
Invece adesso, ripeto non è più il momento per ambizioni guidate magari da risentimento non tuo, pericolose non solo per il danno che faresti ad altri (per esempio ai miei figli e, secondo me, alle tue), ma anche a te stesso, ma quello di passare ad un gesto concreto, come quello di annullare il protocollo con il Comune e qualunque organizzazione che non porti vantaggi concreti, e dare un segnale di equilibrio e indipendenza alla nostra scuola, anche con una delibera che sancisce il diritto di non venire offesi, ribadendo l'urgenza di tenere al di fuori della scuola tematiche "sensibili", che offendano il credo, la cultura o i valori, e simili, di competenza delle famiglie; volendo essere più generali: che la scuola si occupi di istruzione e non di propaganda, di formazione e cultura, non di ideologie e mode; documento da elaborare anche in un'assemblea di genitori o sfruttando l'immediatezza dell'imminente consiglio di istituto, l'appoggio di tanti consiglieri e il nostro.

Questo messaggio ti valga anche come richiesta formale, da perfezionare, se necessario, su tua cortese indicazione.

QUESTO, se permetti, sarebbe un esempio di lezione per tutti, degno di una scuola laica realmente pluralista, per cancellare quell'oscuro episodio del 24 Gennaio 2015 alla Scuola Media Mazzini di Pisa.

Vedrai che questa impostazione ti porterà più famiglie contente del sabato libero, e si remerà tutti nella stessa direzione.

Buona notte,
"genitore"


da:"genitore"
a:"mailing list di cui sopra"
data:4 febbraio 2015 03:22
oggetto:Re: Assemblea di associazioni omosessuali nell'aula magna della scuola Mazzini

Buonasera,

Dopo alcune ore di silenzio stampa, vorrei rassicurare genitori e insegnanti che hanno manifestato in varie forme la propria preoccupazione sull'argomento in oggetto, che la conversazione è continuata, credo, nella massima civiltà, direttamente con "preside", che a più riprese, nobilmente, ha preso a cuore la questione, meritando questo pubblico apprezzamento.

Per quanto mi riguarda, lo scambio epistolare è a disposizione degli interessati, salvo obiezioni di "preside", per comprendere in dettaglio il merito della questione e i punti di vista scambiati.

Il mio intento principale è stato quello di fare comprendere che una scuola laica aperta a tutti, con l'aumentare delle differenze legate al multiculturalismo, multietnicità, alle ideologie emergenti, ecc. deve dedicare particolare prudenza su questioni legate alla sfera personale, al sistema di valori e agli ambiti di competenza delle famiglie, politica, sessualità/genere, affettività, religione e affini a tutela dei nostri figli, dei figli di tutti.

Escludere anche con una dichiarazione esplicita tali ambiti dall'influenza della scuola avrebbe il pratico beneficio di favorire la pacifica convivenza, senza limitare l'operatività della scuola nel suo ambito: tutto il resto dello scibile ad eccezione dei pochi campi citati, sembra un insieme sufficiente di argomenti da trattare e discutere per l'arricchimento delle future generazioni.

Se guardiamo a paesi di tradizione multiculturale più antica, il nostro paese forse non ha ancora maturato una vera cultura del rispetto.

Attenzione anche agli intenti di appiattimento delle differenze, il relativismo, il qualunquismo ecc., che con l'apparente beneficio di essere inclusivi di tutto, portano il risultato opposto di incrementare i conflitti, in quanto mirano a distruggere quelle differenze e specificità che invece devono essere riconosciute e valorizzate.

Credo che nessuno si possa sentire esente dal rischio di offendere o di essere offeso in uno o più degli ambiti citati, anche in presenza di buona fede da ambo le parti.

Si deve anche aggiungere che la dirigenza (allargata alla famiglia del "preside") in varie occasioni purtroppo non ha dimostrato di essere neutrale, apolitica, esente da orientamenti e moderata nell'agire.
Questa caratteristica si affianca purtroppo al chiaro intento di estendere la propria impostazione anche negli ambiti citati che non riguardano la scuola, ambiti peraltro ad elevato rischio di conflitto.

In conclusione, sembrerebbe logico riportare al centro dell'attenzione i progetti didattici, le gite, la festa di istituto, i seminari sull'astronomia, la banca del tempo, il potenziamento delle infrastrutture, i servizi aggiuntivi, la flessibilità ecc. magnifiche iniziative alle quali abbiamo contribuito volentieri o apprezzato.
L'istituto si dovrebbe impegnare formalmente a tutelare tutte le specificità che lo compongono, escludendo dalla vita e dalle strutture scolastiche aspetti che presentino anche solo il sospetto di approcci ideologici, propagandistici e di indottrinamento in quanto soggetti a discrezionalità, da qualunque parte essi provengano, anche se apparentemente con intenti bonari, costruttivi, in buona fede ecc.

Mi rimetto a disposizione, in qualità di "parte lesa", nel caso occorresse formalizzare una proposta in questo senso, su eventuale sollecitazione.
Confido che grazie a disponibilità, pragmatismo e autorevolezza di "preside", l'imminente consiglio di istituto sia il momento ideale per riconvertire in positivo, pacificamente e senza ulteriori strascichi, l'oscura fase che stiamo attraversando.

Cordiali saluti,
"genitore"


da:"preside"

a:mailing list di cui sopra
vice preside
presidente e segretario consiglio di istituto
data:4 febbraio 2015 12:54
oggetto:R: Re: [Collodi-V B] Assemblea di associazioni omosessuali nell'aula magna della scuola Mazzini

Caro "genitore", e cari genitori presenti in lista,

          mi permetto di rispondere pubblicamente alla mail di "genitore", per evitare che le posizioni possano essere fraintese.
Innanzitutto non ho nessun problema a che venga reso integralmente pubblico lo scambio di mail tra "genitore" e me, visto che non abbiamo affrontato contenuti di carattere personale, ma ci siamo solo scambiati opinioni suilla vicenda. Anzi, visto che ne parleremo al prossimo consiglio di Istituto, intendevo chiedere a "genitore" il permesso di girare quello scambio di mail ai consiglieri, perché possano avere informazioni di prima mano sulle reciproche posizioni.

Per quanto attiene al merito della questione, come segnalavo a "genitore", credo fondamentale che tutti sentano il proprio credo rispettato dalla scuola, e penso che la corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia sia un valore. Per riuscire a trovare un equilibrio tra le tante posizioni etiche presenti in una comunità scolastica, è necessario che ciascuno di noi tenti di fare uno sforzo per smussare certe posizioni radicali, perché altrimenti, per rispettare una, si sarebbe costretti a mancare di rispetto a un'altra. Mi spiego meglio in concreto: se per rispettare il credo di "genitore" la scuola dovesse impedire iniziative che normalmente ospiterebbe solo perché provengono da associazioni di omosessuali, credo che un omosessuale avrebbe giustamente motivo di sentirsi discriminato e offeso; di contro se, parlando di orientamenti sessuali, si denigrasse chi ritiene un valore il matrimonio come sacramento religioso, persone come "genitore" avrebbero ragione a sentirsi offesi.

Veniamo ora all'episodio concreto: verso dicembre la Casa della Donna di Pisa, associazione molto attiva a Pisa nel sociale e nel contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione (per informazioni, ecco il sito intenet; http://www.casadelladonnapisa.it/), chiede alla scuola la disponibilità a utilizzare l'aula magna delle Mazzini per un'assemblea cittadina sull'educazione alle differenze. L'assemblea non è organizzata dalla scuola ma, per normativa, la scuola è anche un centro di promozione sociale, civile e culturale (Decreto legislativo 297/94), e, anche a norma del nostro regolamento negoziale, concede gli spazi a meno che l'attività non si configuri in contrasto con i fini istituzionali della scuola. In questo caso non solamente l'assemblea non va contro i fini istituzionali della scuola, ma anzi è in linea con le direttive di contrasto all'omofobia che il MIUR stesso ha disposto (si veda, per esempio, la nota MIUR sulla giornata nazionale contro l'omofobia: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/prot7974_12). L'assemblea proposta dalla casa della donna coinvolge moltissime associazioni, è aperta a tutti gli interessati, intende trattare temi importanti, certamente delicati, ma non si rivolge a bambini, ed è anzi un'importante occasione di confronto per insegnanti ed educatori su queste tematiche. La scuola ha quindi concesso gli spazi. L'obiettivo degli organizzatori era quello di parlare di come, in un contesto come la scuola, le differenti visioni dell'affettività, del matrimonio, dell'orientamento sessuale possono essere accolte senza discriminazioni: nessuno ha denigrato nessun tipo di credenza o valore, anzi l'obiettivo era opposto.

Per questo ritengo, "genitore", che tu non abbia nessun motivo per sentirti offeso. Sei certamente libero di ritenere che il matrimonio religioso sia l'unico vero valore, perché quello rivelato da Dio, ma non hai motivo di sentirti offeso da altre opinioni, che sono perfettamente rispettose della tua. Peraltro la scuola ospita senza problemi ormai da due anni interventi e corsi di formazione dell'associazione degli insegnanti cattolici, come giustamente deve fare: non credo, quindi, di poter essere accusato di parzialità. Inoltre l'iniziativa, non coinvolgendo i bambini, non ha interferito in nessun modo con le scelte educative della famiglia. Infine mi permetto di farti osservare che lo stesso Papa Francesco ha dichiarato di non poter giudicare le persone sulla base degli orientamenti sessuali. E dunque? Poteva la scuola chiudere le porte a un'iniziativa in linea con le proprie finalità istituzionali e con le direttive ministeriale solo perché proveniva anche da associazioni omosessuali? Penso che quella sarebbe stata una grave discriminazione.

Resta ovviamente fermo e immutato il mio convincimento che tutte le sensibilità vadano rispettate, e il mio massimo rispetto, quindi, anche per la sensibilità di chi ha opinioni come le tue: ti chiedo, solamente, di non confondere il rispetto che ti è dovuto, con la discriminazione di altre forme di sensibilità.

Ben venga quindi la discussione in consiglio di istituto, dove potremo confrontarci per trovare la giusta via per affrontare un tema come questo.

Un abbraccio a tutti
"preside"

P.S. Metto in copia la vicepreside e il presidente e il segretario del consiglio di istituo.


da:"genitore"
a:"mailing list di cui sopra
vice preside
presidente e segretario consiglio di istituto
data:4 febbraio 2015 03:22
oggetto:Re: Assemblea di associazioni omosessuali nell'aula magna della scuola Mazzini


Caro "preside" (e cari genitori di cui sopra),

Desidero ringraziarti ancora una volta, per il tuo inarrestabile spirito costruttivo.

Permettimi solo di scrollarmi di dosso un tuo possibile pregiudizio, forse perché sono sposato e ho tanti figli: non mi sembra di avere sostenuto che sia un problema essere omosessuali (dato che la sessualità è un fatto privato - ribadisco), fare assemblee cittadine, accettare tutti, educare gli insegnanti, proteggere le donne dalla violenza, abbattere gli stereotipi, includere le minoranze, vivere in un mondo migliore ecc.

Associazioni di orientamento unilaterale, senza contraddittorio, da quanto apprendo non sollecitate dall'interno della scuola, su un ambito per il quale non sussiste una esigenza contingente (ma solo generica) nella scuola interessata, che desiderano fare un'assemblea cittadina, accompagnate da politici di chiara collocazione, che desiderano venire nella nostra aula magna ad "educarci", stanno praticamente facendo propaganda.

E' la propaganda che non va bene.
La scuola non deve fare propaganda, e deve essere così prudente al punto da non suscitare neppure questo dubbio, se vuole mantenere un clima di fiducia reciproca.
Figuriamoci parlare delle "differenti visioni dell'affettività, del matrimonio, dell'orientamento sessuale" trattato da organizzazioni con un solo orientamento. Chi è quando ha deciso che i miei figli devono ricevere questo tipo di indottrinamento, specialmente su tematiche oggetto di accesso dibattito.

Se fosse stato seguito il criterio della prudenza, rifiutando di concedere l'aula, non credo proprio che qualcuno all'interno dell'istituto si sarebbe sentito discriminato, perché il rifiuto è verso la propaganda, non verso l'omosessualità.
Invece, sottolineo, mi offende profondamente sapere che qualcuno voglia fare propaganda nella nostra scuola persino in un ambito che tocca la sfera della sessualità e dell'affettività che non competono alla scuola.

Quale via ha seguito l'iter di valutazione e approvazione? Il consiglio di istituto ha avuto occasione di valutare con sufficiente tempo in modo da comprendere la corresponsabilità di una simile scelta o è stato solo messo di fronte al fatto compiuto?
Una valutazione serena e non spinta da ideologie o dal desiderio di imporre ad altri il proprio pensiero avrebbe certamente evidenziato la mancanza di prudenza.

Non sosterrei con te queste argomentazioni, se non sapessi di contare sulla tua capacità di comprenderle e, volendo, anche di metterle in pratica.

In particolare, ho molto apprezzato l'intesa raggiunta sulla corresponsabilità educativa, come l'hai definita, poiché permette di definire in modo netto il confine e la complementarietà dei rispettivi argomenti di competenza, es. la scuola forma ed educa sugli aspetti civici e la famiglia provvede a quelli politici e religiosi; la scuola educa alla socialità e la famiglia all'affettività e alla sessualità e così via, per tutto ciò che riguarda la sfera personale, etica ecc. Mi piace molto questa tua idea di un rapporto paritario scuola/famiglia, senza la pretesa di indottrinare.

Non avendo espresso nella conversazione neppure quale sia il mio credo, non capisco invece perché tu debba tirarlo in ballo. Per sbandierare faziosamente stereotipi o citazioni decontestualizzate? Non occorre tirare in ballo la religione, è sufficientemente sbagliato offendere l'etica, come sto cercando di fare capire.
Ad esempio perché c'è bisogno di scomodare il matrimonio religioso? Il matrimonio, come saprai, è già previsto dalla legge italiana, anzi dalla Costituzione.

Dunque anche senza investigare troppo sui credo altrui, come abbiamo convenuto, appunto, la scuola semplicemente non deve oltrepassare il confine delle proprie competenze.
E' un dato di fatto che trattare tematiche sensibili in modo estremista, di parte (come nel caso dell'assemblea senza contraddittorio), presenta in sé il rischio di ferire ed offendere qualcuno.

Il vero problema è invece che emergono troppo spesso le tue ideologie. Il dirigente equilibrato non dovrebbe fare neppure percepire che ha una ideologia, poiché volerla affermare già si configurerebbe come un abuso della propria posizione: sono arrivato qui e adesso vi educo io.

Per esempio affermi che l'iniziativa non coinvolge bambini. Li coinvolge, indirettamente, altrimenti perché l'intento degli organizzatori di venire in una scuola?
Sarebbe interessante leggere le motivazioni della richiesta di concessione dell'uso dell'aula magna.
Ma quello che sempre di più mi preoccupa nell'interesse dei poveri bambini che ti sono stati affidati è verificare la tua malcelata benevolenza e soddisfazione nel descrivere l'accaduto invece di leggerne le numerose storture, nonostante le numerose argomentazioni poste.

Avendo vissuto per vari anni situazioni multietniche e multiculturali, in particolare lavorando presso Massachusetts Institute of Technology e Stanford University, ho avuto occasione di vedere che è possibile riuscire a non offendere le sensibilità altrui, quindi basta solo volerlo, con l'impegno, la serietà e la buona fede. E' un dovere di tutti noi, in particolare degli organi direttivi.

Volendo infine istruire un minimo la questione per evitare che ancora una volta si approfitti della buona fede del consiglio, ad esempio tentare di ridurlo ad un banale atto di intolleranza da parte cattolica verso gli omosessuali, quando si tratta di un attacco dell'ideologia gender verso i diritti inalienabili delle famiglie ad educare i propri figli su affettività e sessualità, ti sottopongo un possibile elenco di misure utili, credo nel comune interesse di riportare la scuola in un ambito di correttezza e rispetto, gradirei a mia volta essere posto in copia qualora intendessi condividere il nostro scambio epistolare con i membri del consiglio, come mi avevi chiesto.

Impostazione ideologica della scuola
Rivedere l'attuale posizione politicizzata, mascherata dal termine "scuola aperta". Aperta a chi? Con quale disegno? Era necessario mettere una bandierina sull'istituto Tongiorgi per mostrare alla cittadinanza che è stato conquistato dall'ideologia gender? Chi ha approvato? Con quale consapevolezza? Sulla base delle azioni attuate, si può affermare che la dirigenza ha un atteggiamento aperto e protettivo delle varie diversità e minoranze? è equilibrata e dà costante dimostrazione di avere come primario valore la tutela di tutti i punti di vista o ha bisogno di calpestarne alcuni con il finto pretesto di proteggerne altri?

Proposta: E' necessario affermare con forza che l'opportunità di accogliere iniziative esterne alla scuola deve seguire il criterio della massima prudenza e con il più ampio dibattimento.

CORRESPONSABILITÀ
Esiste traccia di un iter nel quale il consiglio abbia potuto prendere coscienza dell'impatto delle decisioni che ha preso con il più ampio coinvolgimento dei genitori.
Le ha prese il consiglio queste decisioni, o ha fatto tutto la dirigenza?
Non si deve indurre in tentazione il povero dirigente ad abusare della propria autorità
La tanto invocata partecipazione dei genitori non è stata mai sollecitata, come posso testimoniare in prima persona avendo dato disponibilità a offrire le mie energie anche attraverso la famosa associazione genitori da te incoraggiata e poi lasciata al palo dopo le votazioni dei membri del consiglio.
Non è mai giunta neppure una email, che non costa niente, da nessuna delle parti interessate, che ponesse l'attenzione sulle questioni di tipo etico - o su nessuna delle questioni. E poi si scopre che la scuola ha scelto di essere aperta!

Proposta: Se vogliamo aprire i nostri locali ai contributi esterni, deve essere identificato tramite il consiglio o commissioni o assemblee interne o con tutti i possibili strumenti democratici un chiaro percorso che permetta di definire il significato di una scuola aperta, dove esista un serio dibattito, dove l'obiettivo è dibattere e non indottrinare.

TRASPARENZA
Le decisioni da prendere, vengono comunicate? Quelle che sono state prese vengono diffuse? Abbiamo fior di siti web, pubblicare un ordine del giorno in anticipo o un verbale (che sono gli strumenti minimi di democrazia) non avviene.

Avendo ad esempio espresso formalmente la richiesta di rispettare il diritto delle famiglie in tema di educazione, secondo la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Una posizione chiara e definita. In quale ambito è stata valutata questa posizione esplicita. Ve n'è un'altra altrettanto specifica e formalizzata da parte di altri genitori all'interno della scuola che sollecita interventi della scuola stessa in ambito affettivo sessuale o la mia posizione è stato semplicemente liquidata come irrilevante in quanto non allineata alla dirigenza?

La partecipazione ai costi della gestione (apertura locali, pulizie, luce e impianti audio ecc.) sono stati sostenuti dalle associazioni omosessuali e da quelle cattoliche alle quali è stato dato l'accesso?

Proposta: le informazioni rilevanti devono essere rese pubbliche insieme al loro iter

COMUNICAZIONE
Un'assemblea cittadina si svolge nella mia scuola e io, con X figli nell'istituto in Y diversi ordini, essendo persino rappresentante di classe, lo scopro per caso una settimana dopo?
La scuola pubblica, in quanto erogatrice di un servizio, deve garantire punti di vista diversi (ad esempio, il noto programma "Servizio Pubblico", seppur in modi discutibili, garantisce più visioni e letture dello stesso tema​). In questo caso, incredibilmente, è stato monologo e non certo un dialogo: segno che non c'era volontà che la cittadinanza si confrontasse veramente sul tema ascoltando altri punti di vista.
Perché quello che dice la stampa e i media su quanto avvenuto nella nostra scuola è solo il quadro rosa dipinto dagli organizzatori? Non sarebbe più giusto che la scuola stessa, noi genitori, raccontassimo ai media come abbiamo vissuto l'esperienza?

Proposta: Per eventi delicati come un'assemblea cittadina, ad esempio è necessario divulgare con tutti i possibili canali informazioni volte ad identificare chiaramente contenuti e finalità, chi ha chiesto, a che titolo, con che finalità, chi ha approvato e con quale motivazione, per evitare ad esempio che un comizio gender sia spacciato come dibattito sull'educazione e per permettere almeno un democratico contraddittorio.

Concludo ringraziando "presidente del consiglio" nella sua qualità di presidente del consiglio di istituto di avere immediatamente accolto la mia richiesta di partecipare come uditore. "preside", anche per questa snellezza organizzativa ti devo elogiare.

Per trasparenza, nell'interesse di tutte le parti coinvolte, forse si potrebbe lasciare aperta la partecipazione come uditori silenziosi a tutti gli interessati, anche se non credo ci sarà il pienone, per approfittare di questo importante momento di confronto per la comunità scolastica, su un vero problema.
In questo modo si potrebbero anche manifestare ai genitori rappresentati i diversi punti di vista e le diverse sensibilità dei membri del consiglio di istituto sulle tematiche sensibili, etiche ecc., anche considerato che durante gli incontri che avevi democraticamente organizzato prima delle votazioni degli attuali membri, l'attenzione era stata portata altrove e queste tematiche non sembravano in pericolo e allora non sono state minimamente toccate.

Un caro saluto,
"genitore"


da:"preside"

a:mailing list di cui sopra, presidente cdi, segretario, vicepreside, "genitore"
data:8 febbraio 2015 22:07
oggetto:R: Fwd: Re: [Collodi-V B] Assemblea di associazioni omosessuali nell'aula magna della scuola Mazzini

Buongiorno "genitore",
ho sentito ora il presidente del consiglio di istituto, che accoglie la richiesta di fare un consiglio aperto. Per cui chiunque voglia partecipare come uditore potrà farlo senza doverne fare nessuna richiesta formale. Il consiglio, lo ricordo per gli interessati, è fissato per il 12 febbraio alle ore 17.30 alle Mazzini.
Per quanto riguarda le tue precisazioni, mi fa piacere sentire che condividi con me l'importanza di accettare tutti e abbattere gli steorotipi: penso che sia stato proprio questo il significato dell'iniziativa "educare alle differenze", e credo che, se tu avessi potuto partecipare, ti saresti reso conto che non si trattava di un'iniziativa propagandistica.
Per quanto riguarda l'opportunità o meno che si svolgano a scuola iniziative di questo genere, ti rimando alla mia precedente mail, dove avevo citato precise indicazioni ministeriali in merito: non c'è nessuna politicizzazione della scuola, siamo semplicemente in linea con l'indirizzo del MIUR in proposito. Certamente ci sono alcuni ambiti delicati, nei quali è particolarmente importante tenere conto della corresponsabilità educativa della famiglia, ma questo non significa che non se ne possa parlare, significa che si deve trovare il giusto modo per parlarne: anche per questo iniziative rivolte ad adulti, che possono costituire un momento di riflessione per tutti, sono molto positive.
Un abbraccio
"preside"


da:"genitore"

a:mailing list di cui sopra, presidente cdi, segretario, vicepreside, "preside"
data:9 febbraio 2015 22:15
oggetto:R: Fwd: Re: [Collodi-V B] Assemblea di associazioni omosessuali nell'aula magna della scuola Mazzini

Caro "preside",

Visto che siamo verso la sintesi delle argomentazioni, in vista del consiglio di domani e a beneficio del consiglio stesso (al quale ti prego di inoltrare il mio messaggio), essendomi confrontato con altri genitori, desidero riportarti quanto segue.

Ovviamente l'assemblea cittadina non è l'argomento da discutere ma è solo lo spunto.

Sembra proprio che le famiglie del nostro istituto (ed avendo figli su X classi e Y livelli sono riuscito a fare una campionatura abbastanza ampia anche se ho avuto poche ore a disposizione) non gradiscano che sia la scuola a sostituirsi a loro ad educare su temi sensibili e delicati, specialmente con forme di estremismo come la teoria del gender, anche se spacciata sotto forme mascherate di educazione alla diversità. D'altra parte non hanno torto, infatti questo diritto è garantito dalla nostra Costituzione.

Se proprio hai un desiderio inarrestabile di perseguire nella tua strada di volere introdurle, specialmente approfittando della tua posizione di dirigente, ritengo che sia tu a dovere offrire il massimo delle garanzie al rispetto della libertà delle famiglie che ancora è garantita dalla citata Costituzione (1947), al di là delle iniziative del Miur (2012) che citi anche se di altro argomento: quello nobile di contrasto all'omofobia - che si persegue educando generalmente alla tolleranza e al rispetto senza entrare nei particolarismi delle diverse pratiche sessuali.

Non ci dimentichiamo che stiamo sempre parlando di scuola pubblica e delle delicate menti dei nostri figli, pertanto ogni forma di ideologia, specialmente su temi sensibili e ancor più se riguarda situazioni particolari, richiede estrema cautela, cautela che nelle tue affermazioni e nell'ultimo episodio purtroppo non mi fa sentire garantito.

Certamente il Consiglio di Istituto potrà individuare delle forme che stimolino maggiore consapevolezza e senso critico verso i genitori potenziali destinatari di iniziative scolastiche, al fine di non correre il rischio di creare dei danni dei quali siamo tutti responsabili e dei quali questa e le future generazioni ci renderanno conto.

Finché non saranno offerte garanzie che diano piena fiducia a tutte le parti interessate, garanzia che tutte le sensibilità siano rispettate, ogni iniziativa scolastica in argomento sarà da considerarsi inappropriata e propagandistica, come purtroppo è già avvenuto pochi giorni fa all'insaputa di (quasi) tutti.

Molto probabilmente ci vediamo domani al Consiglio, se non prima.

Un cordialissimo saluto,
"genitore"


Prima lettera con oltre quaranta firme di genitori di varie scuole, regolarmente protocollata

  • al n. 855 Tit. C CL. 27 del 10 Febbraio 2015 Istituto Comprensivo Tongiorgi
  • del 10 Febbraio 2015 dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Pisa


Al DS dell’IC “Tongiorgi di” Pisa
e pc al Provveditore agli Studi di Pisa
 
Noi sottoscritti firmatari della presente, genitori dell’Istituto,  desideriamo esprimere la nostra opinione sulla recente assemblea cittadina ospitata il giorno 24 u.s. nell’Aula Magna della Scuola Media dell’Istituto intitolata “Educare alle differenze”.

Siamo accomunati dal fatto di apprezzare le differenze, senza averne timore e siamo convinti che sia importante educare i nostri figli a rispettare qualunque persona.

Non siamo però disposti a rinunciare al nostro diritto a educarli (come sancito dall’articolo 30 della nostra Costituzione) secondo i valori in cui crediamo e tra essi, appunto, il rispetto per ogni persona nonché il biasimo verso ogni forma di violenza, tra cui quella verbale e fisica, il bullismo e la manipolazione.

Il fatto di rispettare le diversità e conviverci pacificamente (ma non senza rinunciare alla rispettosa possibilità di critica, vedendo in essa una possibilità di scambio e arricchimento reciproci)  non significa che noi desideriamo proporre o che venga proposto/imposto ai nostri figli il modello di sessualità portato avanti dalla “teoria del gender”, un costrutto ideologico orientato a promuovere l’indifferentismo sessuale (decostruzione del genere maschile e di quello femminile) e incentivare l’affettività e la sessualità, sin dall’infanzia, in ogni fase dello sviluppo del fanciullo con tecniche inappropriate e false rispetto alla realtà delle tappe di maturazione psico-affettiva del bambino.  Riteniamo pericoloso l’intento, formale o meno, di educare i nostri figli a questa ideologia in quanto convinti che la sua attuazione porti alla negazione della realtà biologica e antropologica dell’essere umano e sia irrispettosa del diritto di bambini e ragazzi ad essere istruiti alle categorie del reale.
La nostra posizione a riguardo è ben definita. Questo non ci impedisce di rispettare le posizioni altrui. Non siamo propensi a “smussare” la nostra idea perché “smussarla” significherebbe cambiarla ma noi, avendovi riflettuto, la riteniamo valida, rispettosa e quindi non desideriamo, al momento, modificarla. Ci riserviamo di farlo nel caso in cui arrivassimo a ritenere valide altre idee ma per ora non è così. Non chiediamo a nessuno di smussare (e pertanto, di fatto, modificare) le proprie idee. Anzi. Siamo disponibili al confronto, e poi ciascuno sia libero di restare dei propri convincimenti, per noi l’importante è poterli manifestare ed anche interloquire.

Esistono questioni per le quali è possibile raggiungere un compromesso e questioni per le quali non è possibile. Portiamo un esempio: se si vuole stabilire la quantità di denaro per andare in vacanza e le quantità di denaro messe a disposizione sono diverse, è possibile trovare la via di mezzo, facendo una media. Ma se uno vuole andare al mare e l’altro in montagna, non è andando in collina che accontento entrambi. Oppure: se uno desidera un arredo bianco ed un altro lo desidera nero, non è con un armadio grigio che ognuno si sentirà “rispettato”. Un ultimo esempio, che molti potrebbero aver esperito: la scelta del nome da parte dei genitori quando sta per nascere un bambino; se a lei piace “Carmela” e a lui “Fanny”… le posizioni sono radicali ma non è possibile conciliarle senza stravolgerle: gli ipotetici “Carmanny” o “Fannela” non rappresentano una smussatura quanto piuttosto una modifica sostanziale.


Siamo consapevoli che il DS non abbia mancato di correttezza nei confronti di norme e/o regolamenti nell’aver deciso  di ospitare un’assemblea “cittadina” su “Educazione alle differenze”. Ma…
Ma ci siamo chiesti: era opportuno?
Era opportuno ospitare un’assemblea cittadina su un tema eticamente alla ribalta, che vede attualmente un’aspra contrapposizione politica e sociale? Ecco, tutto qui.
Per accontentare tutti, ma proprio tutti, poteva essere sufficiente suggerire all’associazione Casa della Donna (CdD) di Pisa di richiedere ad un altro ente di ospitare l’assemblea cittadina.


Il titolo “Educazione alle differenze” è certamente accattivante e solo apparentemente neutro. “Gioca” su un argomento rispetto al quale nessuno potrebbe dire: “No! Questo no si fa!”. Ma nella sostanza ciò che vuole fare non è tanto educare al rispetto delle differenze quanto piuttosto introdurre surrettiziamente il modello antropologico della teoria del gender.
Il dibattito è attualmente acceso tra la possibilità di educare secondo un modello antropologico o secondo  un altro.
Ecco perché secondo noi un Istituto Comprensivo non era il luogo opportuno per ospitare un’assemblea cittadina, che per sua natura avrebbe il fine del confronto e della sensibilizzazione, senza la reale presenza di un contraddittorio essendo presente solo un cartello di associazioni che si riconoscono tutte negli assunti della teoria del gender!!! Quali possibilità sono state concesse ad altre associazioni di sapere per tempo dell’assemblea in modo che si potesse attuare un contraddittorio paritetico? Quali garanzie l’associazione CdD ha portato al nostro DS in questo senso? Quanto capillare è stata l'informazione? La maggior parte ha saputo solo a posteriori, eppure nessuno di noi vive sulla Luna!
Quindi: nessuno (ma proprio nessuno!) vuole denigrare, offendere, emarginare le persone a seconda del modo in cui pensano/agiscono circa la sessualità ma, essendo attualmente in corso un acceso dibattito socio-culturale circa il modello antropologico con cui educare le generazioni future, essendo la Scuola un ambiente educativo, proponiamo che essa, in questa fase, venga utilizzata come luogo di scambio di opinioni piuttosto che di propaganda. Chiediamo che il Consiglio d’Istituto  stabilisca che le richieste di ospitare assemblee e/o iniziative sui temi eticamente sensibili, possano essere  avallate se garantito un leale contraddittorio.


Ci sentiamo rispettosi di chiunque. Nessuno di noi ha mai attuato nessun tipo di azione irrispettosa nei confronti di chiunque vive la sessualità secondo il proprio modello di riferimento. Questo, per noi, significa essere “delicati”. Delicati verso chiunque la pensi diversamente da noi e agisca secondo il proprio pensare. Ma non saremo delicati se con ciò si intende mancanza di aderenza alla realtà e manifestazione di falsi pudori. I temi sono delicati. Sì, è vero, ma… perché? Perché stiamo parlando del corpo, della possibilità che esso ci offre di porci in relazione, di provare piacere, di mettere al mondo una nuova vita? No. Tutto questo è solo bello e degno di essere gridato. Non saremo invece delicati di fronte ad una cultura che intende stravolgere il modello antropologico con il quale l’umanità si è formata. Questo (e non altro!) è un passaggio… “delicato”. Delicato perché pericoloso, perché sarebbe difficile tornare indietro, delicato perché ne va della vita delle generazioni future, in cui realtà come: padre, madre, genitorialità, copula, rapporto di coppia, non sarebbero più fondati su una sessualità integrata tra corpo-relazione-riproduzione, quanto su una sessualità scissa nei suoi aspetti costitutivi? Di fronte a questo passaggio davvero delicato ci sentiamo responsabili, chiamati in causa e desideriamo essere liberi di manifestare il nostro pensiero.
Siamo al corrente delle iniziative politiche mirate a portare in modo obbligatorio e univoco l’educazione ispirata alla teoria gender nelle scuole.
Aver ospitato nei locali del nostro Istituto un’assemblea “cittadina” senza contraddittorio significa di fatto aver promosso questo disegno di legge, aver fatto propaganda, per l’appunto. È uno sconcio doverla subire.
Non ci scandalizziamo se alcune persone transessuali scelgono rapporti sessuali promiscui, se una persona gradisce avere rapporti occasionali protetti o non protetti. Non si tratta di questo. Siamo invece preoccupati che il mutamento socio-culturale in atto stravolga totalmente la comprensione della sessualità, privandola del valore personale, per mandare in cantina, bollandola come inadeguata, l’idea che valga la pena viverla in modo integrato in una relazione connotata dalla differenza tra i sessi e complementare, nel piacere fisico e nella possibilità di mettere al mondo una nuova vita.


Dopo aver esposto il nostro sentire circa l’accaduto, ringraziando dell’attenzione porgiamo cordiali saluti, fiduciosi che saranno poste in atto tutte le possibili azioni per evitare il ripetersi di iniziative scolastiche su temi controversi in assenza di contraddittorio.


Pisa, 9 Febbraio 2015
In fede

Come indicato nello scambio epistolare, l'illuminato "preside", apre un Consiglio di Istituto già fissato per il 10 Febbraio 2015, l'organo di massima rappresentatività dei genitori nella vita dell'Istituto, apre la partecipazione come uditori a tutti i genitori interessati.
In realtà poi si scopre che vuole trattare l'argomento nelle varie ed eventuali, cioè alla fine del consiglio, quando tutti i membri del Consiglio e i convenuti hanno voglia di ricongiungersi alle proprie famiglie per cena verso le 21, dopo avere affrontato molti altri punti urgenti e importanti e senza possibilità di deliberare (?).

L'altra bella scoperta è che in una discussione interna alla scuola e che riguarda le famiglie, il preside ha pensato bene di invitare esponenti delle associazioni sindacate, alle quali lascia la parola per ben 30 minuti, dopo i quali anche Jack Lo Squartatore sarebbe sembrato innocente. Mentre i genitori, naturalmente dovevano partecipare come uditori silenziosi.
Naturalmente di questa piacevole e, ancora una volta inopportuna, visita, non aveva, neppure stavolta, dato comunicazione ai genitori interessati - esattamente come era avvenuto per l'assemblea cittadina descritta in testa a questa pagina, un momento di propaganda, pubblicizzata solo tra i propri simpatizzanti, per poi rivenderla come un momento democratico di confronto.

Questo "preside" recidivo, che calpesta gli organi della scuola e i diritti dei genitori, ha il grave difetto di voler apparire e forse anche ritenersi democratico e invece continua a tentare di manipolare e di imporre le proprie ideologie estremiste, dimenticando di essere un funzionario - non il monarca, e di una scuola pubblica - non di un partito politico o di una associazione privata.

Dopo numerosi tentativi di infangare e screditare i genitori preoccupati abusando di vari consessi istituzionali e dei media, con minacce e altre azioni intimidatorie, ma senza rispondere nel merito delle richieste presentate nella precedente lettera, viene presentata ufficialmente una nuova lettera


Seconda lettera con 59 firme di genitori di varie scuole, regolarmente protocollata al n. 1746 Tit. A CL. 19 del 23 Marzo 2015 Istituto Comprensivo Tongiorgi


Al Presidente del Consiglio di Istituto
pc: al DS
Istituto “L. Strenta Tongiorgi”
PISA


OGGETTO: RICHIESTE AL CONSIGLIO DI ISTITUTO

I sottoscritti genitori
VISTE
le reazioni suscitate in conseguenza della cosiddetta “assemblea cittadina” svoltasi il giorno 24 u.s. nei locali della Scuola Media Mazzini, reazioni quali:
 scambi di e-mail allargati alla comunità scolastica
 lettera a firma (raccolta in pochi giorni) di ben oltre 40 genitori indirizzata al DS (Istituto Comprensivo Statale Liana Strenta Tongiorgi – Pisa del 10 Febbraio 2015 protocollo n. 855 Tit. C CL. 27) e al Provveditore (ricevuta del 10 Febbraio 2015 dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Pisa)

CHIEDONO
che, in ogni caso di uso non scolastico dei locali dell'Istituto, il Consiglio ponga in essere tutte le azioni, anche ad esempio con apposite delibere o modifiche al regolamento di Istituto o tramite un apposito regolamento, necessarie a garantire pluralità e trasparenza, quali:
1. capillare pubblicizzazione a mezzo di affissione all’interno di spazi opportunamente predisposti in ogni plesso, uso di mailing list, sito dell’Istituto, altri siti ufficiali come quello dei genitori e altri blog ecc.
2. che la pubblicizzazione avvenga con sufficiente anticipo (es. 1 mese)
3. chiara identificazione dei destinatari dell’evento (per esempio: insegnanti e/o genitori e/o alunni e/o formatori, cittadinanza e/o amministratori ecc.)
4. che l’informazione sia sempre accompagnata dall’elenco esaustivo di tutti gli organizzatori, patrocinatori e tutti gli enti coinvolti a qualunque titolo
5. approvazione di eventuali comunicati stampa nei quali l’Istituto Tongiorgi e quindi i propri alunni e genitori possano essere associati all’evento in questione
6. garanzia di pluralità di punti di vista e contraddittorio paritetico su tematiche delicate e controverse che toccano valori quali la sfera personale, affettiva, sessuale, il credo, la fede politica ecc.
7. che venga esercitata la massima prudenza nell’esercizio della concessione dei locali dell’Istituto.

Le diffuse preoccupazioni, particolarmente sentite su tematiche sensibili e controverse, portano i sottoscritti genitori a considerare urgente la presente richiesta e pertanto
CHIEDONO
che il Consiglio voglia provvedere con cortese sollecitudine, ad esempio alla prossima data utile di convocazione del Consiglio stesso o anche mediante una seduta di Consiglio appositamente indetta.

I sottoscritti, infine,
CHIEDONO
 che il Consiglio sia aperto alla partecipazione dei genitori in qualità di uditori
 che tale loro supremo organo di rappresentanza, in un momento così importante di affermazione dei sacrosanti valori di pluralità e trasparenza, venga tutelato dal rischio di condizionamenti e perciò che esso non venga esposto a partecipazioni di soggetti esterni all’Istituto (peraltro non previste dalla normativa vigente) e ciò al fine di garantire l’operato del Consiglio nella massima serenità, sotto l’occhio vigile dei propri elettori

Pisa, 09 Marzo 2015
In fede
Seguono 59 firme


Storia in corso di aggiornamento, non perdete la prossima puntata

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