venerdì 13 gennaio 2017

Autogestione al liceo scientifico Dini con ideologia gender

L'autogestione, da molti definiti come il sostituto "legale" delle occupazioni, ha apparentemente finalità democratiche e in realtà si traduce per molti in perdita di preziosi giorni di lezione e per altri nel portare unilateralmente ideologie nella scuola, spesso con manipolazione da parte di soggetti esterni, sempre i medesimi
Diverso sarebbe se questa attività fosse invece guidata e si potesse tradurre in un progetto nel quale i ragazzi imparano applicando metodi e nozioni appresi, che avrebbe almeno una ricaduta sulla loro formazione

Al Liceo Dini di Pisa è stato inserito il seguente Programma con interventi da parte di soggetti quali AIED, in prima linea nella rete che promuove l'ideologia gender italiana: "Educare alle differenze"

I genitori hanno protestato attraverso i loro rappresentanti che hanno trasmesso al preside questo messaggio:

Carissimo preside, facendo seguito al colloquio telefonico di ieri mattina, ti confermo che alcuni genitori mi hanno contattato, nella mia veste di rappresentante della componente in consiglio di istituto, contrariati dall'aver appreso che alcuni temi oggetto delle prossime giornate di autogestione sono stati affidati a soggetti esterni che non garantiscono la terzietà necessaria, a maggior ragione trattandosi di temi particolarmente "sensibili" come la contraccezione e la teoria gender. Personalmente condivido appieno tale contrarietà, ritenendo che simili tematiche richiedano quanto meno un adeguato contraddittorio, in modo che gli studenti interessati possano effettivamente partecipare ad iniziative di approfondimento e informazione, e non a lezioni o seminari inequivocabilmente orientati, visto il curriculum dei soggetti chiamati in qualità di esperti. Capisco che si tratta di giornate autogestite, ed in quanto tali affidate all'iniziativa dei ragazzi, ma, come già ebbi a dirti lo scorso anno, ferme restando le scelte di merito dei ragazzi, cioè l'oggetto dei seminari, dei temi, non credo che la scuola possa disinteressarsi delle scelte di metodo. Si tratta di ragazzi in grandissima parte minorenni, che devono poter partecipare alle giornate autogestite senza subire i potenziali danni derivanti da una informazione unilaterale, non bilanciata, senza contraddittorio. Credo sia compito della scuola vigilare sulle modalità dell'autogestione, ponendo regole chiare che contribuiscano  all'approfondimento dei temi trattati, senza che il tutto si risolva in comizi . La questione è a mio avviso seria e merita due ordini di interventi. Il primo che ti propongo di domenica, visto che il tutto è previsto per i prossimi giorni, e' di intervenire personalmente al fine di soprassedere alla trattazione dei due temi in parola, nelle more di poter garantire un adeguato contraddittorio. Il secondo, più generale e preventivo, e' di mettere questo argomento all'ordine del giorno del prossimo consiglio, in modo da aprire un confronto serio con i ragazzi per fissare le regole dell'autogestione, in modo da superare un modello ormai datato, che ricorda pratiche vecchie e ben conosciute dalla nostra generazione, che almeno per quel che mi riguarda non mi hanno reso migliore.

In breve ci si appella alla par condicio nell'ambito di tematiche sensibili e controverse come la sessualità
Il preside pare abbia raccolto positivamente lo stimolo rivolgendosi all'Arcidiocesi la quale ha indicato il consultorio Ucipem per il suo incontestabile valore scientifico sul tema

E' chiaro che la migliore azione è come sempre quella preventiva e quindi starebbe ai nostri ragazzi proporre temi che mostrino la bellezza della famiglia e delle sessualità naturale
In aggiunta a questo, coloro che sono particolarmente ferrati, possono partecipare e facilmente smontare le semplicistiche e inconsistenti ideologie gender, ad esempio:

Quelli dell'AIED verranno a dirvi che la contraccezione è fondamentale. Fateli dire. Poi, un ragazzo può alzarsi e dire più o meno così: 
"La ringraziamo di quello che ci ha qui detto. Come ben sa, questo è un liceo scientifico, io e gli altri studenti ci stiamo preparando per affrontare percorsi di studi scientifici. 
Qui abbiamo un dato estremamente interessante che merita di essere discusso: 
In Francia soltanto il 2,3% delle donne sessualmente attive che non intende avere figli non usa la contraccezione. 
Peraltro l'uso di metodi altamente efficaci come la pillola e la spirale supera il 50% ed è dunque più del doppio rispetto alla realtà italiana.
Il numero di confezioni di pillola del giorno e dei cinque giorni dopo si attesta a circa 1.200.000 all'anno, mentre in Italia la cifra è di 370.000.
Allora, come mai il numero di aborti è 218.000, ed il tasso per 1000 donne in età fertile è 14,9 mentre in Italia, con numeri nettamente più bassi di contraccezione gli aborti sono stati nel 2015 87.639 ed il tasso è pari a 6,6 cioè meno della metà di quello francese?" 

Aborti e pillole del giorno dopo in Francia: http://drees.social-sante.gouv.fr/IMG/pdf/er968.pdf

Ecco, dovete stampare questo materiale, e domandare spiegazioni: o vuole dire che coito interrotto e preservativo funzionano bene quanto pillola, impianti ormonali e spirali, oppure vuole dire che la diffusione della contraccezione può innescare meccanismi comportamentali che che fanno perdere il beneficio contraccettivo. 
Questo meccanismo si chiama compensazione del rischio (risk compensation), ovvero le persone cambiano il proprio comportamento al variare del rischio percepito. Esempio ho la cintura di sicurezza, dunque guido a velocità maggiore, oppure questi sono biscotti light e dunque ne mangio di più). Una serie di pubblicazioni scientifiche lo hanno evidenziato per la contraccezione, tra tutte gli studi del professor David Paton, capo del dipartimento di economia della Nottingham University. 

La risposta quasi certamente sarà che molto spesso la contraccezione viene usata male (dimenticanza, uso di farmaci che ne riducono l'effetto).

Bisogna farla intortare da sé bene, bene e poi chiosare con questa frase: "ok, allora lei ci ha appena confermato che i dati dimostrano che nella vita reale, non nelle ipotesi, non in teoria, ma sul campo, un ottimo prodotto usato male porta a risultati peggiori di un cattivo prodotto usato bene. Grazie, sono soddisfatto".

Se dovesse dire che per questo si cerca di andare su mezzi più affidabili e la cui efficacia non dipende dal comportamento della donna (spirale, iniettivi, ecc... Che nell'insieme si chiamano LARC, Long Acting Reversible Contraceptives), allora si può rispondere così: "beh, a giudicare dalla maggiore incidenza di malattie sessualmente trasmesse nei Paesi dove questi metodi sono più diffusi, mi sa che si rischia di finire dalla padella nella brace".
In Italia l'infezione da Clamidia, che è quella più diffusa, ha una bassa incidenza rispetto a nazioni come Inghilterra, Svezia, Norvegia.

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